PRIULA, NESSUNA DIVERGENZA CON MURARO
Il presidente Pavanetto chiede di tenere in considerazione un esempio virtuoso, prima di aprire ai privati la gestione
| Laura Tuveri |
VILLORBA - «Nessun disaccordo all’interno del Cda di Priula e, soprattutto, nessuna divergenza con il presidente Muraro». Ad affermarlo è Francesco Pietrobon, vicepresidente del Consorzio per la raccolta differenziata che ha sede a Villorba e che lo scorso mercoledì è risultato primo in Italia secondo Legambiente.
Il sindaco di Paese, desidera precisare alcune affermazioni apparse ieri sulla stampa locale rispetto a presunte discordanze di progetti sul futuro della raccolta differenziata in provincia di Treviso. «Il presidente Giuliano Pavanetto e io non siamo certo su posizioni opposte, ne l’uno è favorevole o contrario all’opinione espressa dal presidente della Provincia Leonardo Muraro.
Esiste un dialogo aperto tra Enti ed Istituzioni e stiamo valutando quale potrà essere il futuro della raccolta differenziata dei rifiuti nella Marca, anche alla luce dei riconoscimenti più che lusinghieri assegnati a Consorzio Priula e Tv3 da Legambiente», ha spiegato Pietrobon.
Da parte sua Pavanetto precisa: «Le mie richieste di un’attenta valutazione del valore del Priula, in termini di risultati ottenuti ed economicità del servizio, non si riferivano al dibattito aperto con il presidente della Provincia, quanto ai due decreti legge in discussione alle camere». Così come sottolineato anche dal sindaco di Ponte nelle Alpi, primo comune assoluto per raccolta differenziata in Italia, nel corso della cerimonia di premiazione.
«Lo schema di regolamento di attuazione dell’art. 23bis del D.L. 112/2008 e il Decreto Legge n. 78/2010 in fase di conversione prevedono con scadenze ravvicinate (31 dicembre 2010 e 31 dicembre 2011) la progressiva dismissione degli esempi più virtuosi di gestione pubblica di servizi essenziali per i cittadini, attraverso messa in liquidazione, cessione di partecipazioni e apertura a soci privati che di fatto ne assumerebbero il controllo. Nel tritacarne delle norme in discussione finiscono le società in house, i consorzi, le aziende pubbliche sane trattate allo stesso modo di quelle deficitarie».
Pavanetto teme che per penalizzare realtà non utili alla cittadinanza si vogliano cancellare anche quegli esempi di virtù amministrativa che sanno lavorare e funzionare. Questo secondo il presidente del Priula dev’essere un serio oggetto di discussione alle Camere perché gli sforzi compiuti, soprattutto dai cittadini, e i risultati ottenuti in anni di impegno non fossero vanificati per colpa di chi, in altre zone d’Italia, non è stato in grado di perseguire il bene della cittadinanza.