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25 novembre 2024

Nord-Est

Prof trans suicida: serata 'Padova Pride' dedicata a Cloe

Ospiti Alessandro Zan, Chloe Facchini e Cristiano Malgioglio

| Gianandrea Rorato |

| Gianandrea Rorato |

Prof trans suicida: serata 'Padova Pride' dedicata a Cloe

PADOVA - Il Padova Pride Village dedicherà la serata di manifestazioni di sabato 18 giugno a Cloe Bianco, la professoressa transgender che si è tolta la vita pochi giorni fa dopo un'esistenza segnata da sofferenze e pregiudizi.

Cloe Bianco sarà ricordata da Alessandro Zan, fondatore del Padova Pride Village, in un sabato che vedrà la partecipazione di altri ospiti come Chloe Facchini, prima chef transgender della tv italiana e attivista per i diritti civili, Allegra Gucci, che presenterà il libro "Fine dei giochi: Luci e ombre sulla mia famiglia" (Edizioni Piemme 2022) e Cristiano Malgioglio, che ha scelto il Festival padovano, la maggior kermesse nazionale Lgbt, per presentare il suo nuovo singolo estivo.

PRESIDIO DAVANTI AL MINISTERO

Decine di persone sono in presidio davanti alla sede del Miur, a Roma, per esprimere solidarietà nei confronti di Cloe Bianco, la docente trans dell'istituto di Agraria "Scarpa-Mattei" di San Donà di Piave che si è tolta la vita nei giorni scorsi. "Per Cloe e per tutt* noi, Mai più", si legge su uno striscione esposto a viale Trastevere da parte di insegnanti, studenti e anche attivisti del movimento "Non una di meno".

Rilanciando l'hashtag #facciamorumore, i manifestanti si sono ritrovati anche per chiedere una "scuola per tutt*", più inclusiva e meno discriminatoria.

"La nostra scuola è per tutt* o non è" e "Liberiamo la scuola dalla transfobia" si legge su alcuni cartelli. "In tantə si sono ritrovatə per denunciare che ciò che è successo a Cloe ci riguarda tuttə - spiega Non una di meno -: discriminazione, mobbing, esclusione, stigma sono pane quotidiano nel mondo del lavoro e nella scuola pubblica italiana sempre più sessista, transomofobica, sessuofobica".

 

Donazzan,abbandonata da movimento Lgbt: "Io minacciata. Dissi che era 'un uomo vestito da donna,cos'era se non questo? "

 "E' sconvolgente che il movimento Lgbt stia usando la morte tragica di una persona per fare una polemica politica. Io credo che chi ha lasciato solo il professor Bianco sia proprio il movimento Lgbt, perché a 7 anni di distanza, solo per cercare di trovare la visibilità, per attribuire una responsabilità, senza farsi una domanda sul modo del suo coming out".

Così Elena Donazzan, assessore istruzione, formazione, lavoro e pari opportunità del Veneto, a 24 Mattino su Radio 24 a proposito della tragica fine di Cloe Bianco, la professoressa suicida vittima di transfobia. "Perché dire che si è omosessuali è una affermazione, presentarsi in classe, perché questo accadde, con una parrucca bionda, un seno finto, una minigonna ed i tacchi è un'altra cosa - aggiunge - . Venne usato allora, come bandiera di grande coraggio ed oggi viene usato in morte per fare una polemica tutta politica, perché sono di Fratelli d'Italia". Donazzan racconta poi le offese degli odiatori seriali.

"Da tre giorni i miei social sono attaccati con minacce di morte, con parole d'offesa a me e alla mia famiglia, alla mia vita, quindi se c'è una responsabilità di alzare i toni, è dall'altra parte - racconta - Io sono andata a rileggermi il post in cui parlavo di Cloe Bianco e pubblicai la mail arrivatami in ufficio e io scrissi 'traete da soli le conclusioni'". "Nelle successive interviste, parlai di chi va abbigliato in un certo modo - puntualizza - senza aver preparato la cosa". E aggiunge: "ho definito Cloe Bianco 'un uomo vestito da donna' e cos'è se non questo? Oggi a Milano c'è il sole o la pioggia? Qui c'è il sole e anche se volessi la pioggia il sole splende nel cielo". Per Donazzan "sentire la propria sessualità in modo diverso, particolare, omosessuale, transessuale è una cosa, ma non è la scuola il luogo della ostentazione perché di questo si trattò. Ci sono molti insegnanti gay che conosco, che si confrontano con me, che di certo non usano la scuola per farne una vetrina, che rispettano il luogo della scuola. In queste ore sono tornata su alcune vicende che hanno aperto un dibattito nazionale, non sono in Veneto, sui ragazzi richiamati ad un abbigliamento più consono al luogo istituzionale. Allora questo vale per i ragazzi - si domanda - ma non può valere per un docente? Che tipo di messaggio diamo?".

 

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