Pronto soccorso di Oderzo, il sindacato : "Carenza di personale, chiediamo rinforzi"
Annarita Secchi: "Dopo l'estate inoltre ci sarà l'addio del Primario, criticità importanti anche in Terapia Intensiva, con turni raddoppiati"
ODERZO - Il Pronto soccorso dell’ospedale di Oderzo garantisce 25.000 accessi l’anno, con una media di 70 pazienti al giorno e risponde all’emergenza urgenza in un territorio attraversato da importanti direttrici stradali e geograficamente lontano dall’ospedale hub di Treviso. A fronte della grave carenza di personale che attanaglia in particolar modo il pronto soccorso e la terapia intensiva opitergini, il sindacato Nursing Up interviene chiedendo all’Ulss 2 Marca Trevigiana di rafforzare gli organici per assicurare la tenuta del sistema, la continuità delle attività e adeguati standard di qualità e sicurezza, sia per i pazienti sia per lavoratori e lavoratrici.
«Ravvisiamo il pericolo che l’ospedale di Oderzo venga considerato come l’ultima provincia dell’impero, pur costituendo un presidio importante a garanzia della salute della popolazione. Pur comprendendo le difficoltà del momento, chiediamo alla direzione dell’Ulss 2 Marca trevigiana uno sforzo in più, nel rispondere alle difficoltà che stanno diventando sempre più evidenti per quanto riguarda la pianta organica e di conseguenza l’erogazione dei servizi ai pazienti» dichiara Annarita Secchi (nella foto), coordinatrice Nursing Up per la provincia di Treviso. Gli organici al pronto soccorso di Oderzo sono sottodimensionati, mancherebbero due medici a tempo pieno (anziché 9 operano in 7 contando anche il primario) comportando difficoltà nella composizione dei turni e la presenza di un medico da solo in orario notturno. Stessa sorte per il personale infermieristico che lavora continuamente in “debito d’ossigeno” data la mancanza di un’unità per turno che sta diventando ormai la regola e che ha portato anche alla sospensione dell’Obi (osservazione breve intensiva). A questo, si aggiunge il fatto che il primario facente funzione Tony Darisi lascerà l’incarico dopo l’estate.
«Il personale esprime dispiacere e preoccupazione per l’addio del primario previsto nel prossimo autunno e auspica che l’Ulss 2 faccia il possibile per garantire continuità gestionale al reparto e risponda tempestivamente alle carenze di organico del pronto soccorso più volte segnalate e che sono causa di un crescente malessere» prosegue la sindacalista Secchi. La stretta attuata dalla Regione sui medici gettonisti che intervenivano a copertura dei buchi di organico (comportandone il dimezzamento) non ha visto un’adeguata compensazione con altro personale andando così a depauperare servizi essenziali per la popolazione. Nei giorni scorsi l’emergenza è esplosa nella terapia intensiva opitergina dove a causa di malattie e ferie estive il reparto risultava sotto di 4 unità. «Impossibile fare i turni, tanto che l’Ulss 2 per evitare il blocco del servizio ha emesso un ordine di servizio con cui ha raddoppiato d’ufficio i turni degli infermieri presenti, portandoli a 12 ore; e ora sta reclutando personale dalle unità operative degli altri ospedali della Marca» si legge in una nota.
A tal proposito, Nursing Up ha inviato alla direzione ospedaliera una richiesta di chiarimento: «Siamo sul filo di lana e occorre che la direzione si impegni a trovare i professionisti che mancano per evitare che l’équipe della terapia intensiva si disgreghi perdendo ulteriori professionalità. Per questo, abbiamo chiesto con forza e ottenuto, che le ore eccedenti svolte dal personale della rianimazione vengano pagate 50 euro l’ora (e non come orario ordinario o straordinario che prevedono un quid economico inferiore) quale doveroso segno di riconoscimento per gli sforzi in atto».
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