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28 marzo 2024

Treviso

LA PROVINCIA DI TREVISO RISCHIA LA SOPPRESSIONE

Nel giro di due settimane i tagli diventeranno ufficiali

| Mauro Favaro |

| Mauro Favaro |

LA PROVINCIA DI TREVISO RISCHIA LA SOPPRESSIONE

TREVISO – E proprio mentre tutti la davano ormai per salva, anche la Provincia di Treviso è finita nell’elenco dei rami secchi da tagliare sull’altare del risparmio.

Inizialmente convinto di superare indenne il rasoio della spending review, infatti, Muraro ha visto il ministro Patroni Griffi tratteggiare una croce rossa pure sopra il suo ente. Perché nei giorni scorsi il governo ha fatto sapere che sopravviveranno solo le Province con più di 350 mila abitanti e con una superficie di oltre 3 mila chilometri quadrati. Requisiti che, a differenza di quanto inizialmente previsto, sono diventati entrambi fondamentali per evitare la cancellazione o l’accorpamento delle Province, senza più tener conto di chi raggruppa nel proprio territorio più o meno di 50 Comuni.

E la Provincia di Treviso soddisfa sì il primo criterio, con 888.249 residenti sparsi attorno ai 95 municipi, ma non il secondo, fermandosi esattamente a 2.477 chilometri quadrati. Così se con il piano iniziale avrebbe dovuto chiudere i battenti solo l’ente di Rovigo, con le nuove regole annunciate da Patroni Griffi in Veneto passerebbe la selezione solamente la Provincia di Verona. Per un pelo, per giunta. Senza contare Venezia, che in quanto città capoluogo è salva e destinata a diventare area metropolitana.

Il cambio, pur in attesa dell’ufficialità che dovrebbe arrivare nel giro di un paio di settimane, fa traballare 61 enti provinciali in tutta Italia. E questo alla Lega, partito che negli ultimi due decenni ha fatto delle poltrone provinciali delle nostre parti vero e proprio terreno di conquista, non piace per nulla. A partire da Leonardo Muraro, triumviro vice di Tosi a livello regionale e soprattutto presidente dell’Unione delle Province venete.

E’ una follia: si provocherebbe un periodo di caos e immobilismo istituzionale, perché non basterebbe più accorpare due piccole Province vicine, ma occorrerebbe che le Regioni ridisegnassero i nuovi confini da zero – sbotta il numero uno del Sant’Artemio – senza contare il nodo della distribuzione delle competenze: possono, ad esempio, i Comuni gestire la programmazione delle scuole superiori o realizzare un liceo da 16 milioni come stiamo facendo a Montebelluna? Credo e spero, comunque, che in Parlamento non verranno confermati tali parametri”.

Ma, mentre i giochi si avviano alla conclusione, Muraro tira le orecchie pure al governatore, Luca Zaia. Perché? Perché quest'ultimo, pur nato politicamente proprio come presidente della Provincia di Treviso, da quando ha preso la guida della Regione non si sarebbe mai sporcato troppo le mani per difenderle. Anzi. “Da sette mesi chiediamo la convocazione del Consiglio delle autonomie locali, attraverso cui ridefinire i confini delle Province venete ed eventualmente accorparle, come dice il decreto Salva-Italia – conclude Muraro – ma la nostra Regione non l'ha mai fatto ed è rimasta una delle poche in Italia, continueremo a sollecitarla, sperando che serva a qualcosa”.

Prima della sistemazione delle cose in casa, però, ora potrebbe arrivare la ghigliottina del governo Monti. Così nel giro di un paio di settimane si conoscerà il futuro del Sant'Artemio, del presidente e degli 8 assessori, dei 28 consiglieri e dei circa 600 dipendenti. A questo punto, però, verrà scritto a Roma.

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Sant’Artemio: sede della Provincia di Treviso

 


| modificato il:

Mauro Favaro

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