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19 dicembre 2024

Treviso

In Provincia di Treviso sempre meno stranieri: "La Marca ha perso attrattività"

Tra le cause costo della vita, difficoltà a reperire alloggi e lavoro povero: "Il rischio di spopolamento richiede interventi urgenti e strutturali"

| Isabella Loschi |

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dossier immigrazione

TREVISO - Il numero degli stranieri residenti in Provincia di Treviso è in calo rispetto al biennio precedente. I numeri sono stati presentati dal 19esimo Rapporto sulla presenza e sulla distribuzione degli immigrati nella provincia di Treviso realizzato da Caritas di Treviso e Vittorio Veneto, Migrantes Treviso, Anolf e Cisl Belluno Treviso e cooperative sociali La Esse e Una Casa per l’Uomo. Al primo gennaio 2024 sono 89.366 gli stranieri residenti nella Marca. Una diminuzione che, secondo le associazioni promotrici del report, si colloca in un contesto di graduale perdita di attrattività della provincia di Treviso per i migranti stabili a causa dell’aumento del costo della vita, della difficoltà a reperire alloggi e al fenomeno sempre più diffuso del “lavoro povero”. La provincia, ormai da alcuni anni, non si colloca più ai vertici regionali né per numero complessivo di residenti stranieri, né per la loro incidenza sul totale della popolazione. Questo si riflette anche sulla dinamica dei nuovi nati e della popolazione scolastica.

L’analisi si basa sui dati Istat convalidati a fine 2022 e su dati provvisori di fine 2023. I cittadini stranieri residenti al 1° gennaio 2024 sono 89.366, un numero in flessione rispetto al biennio precedente (intorno al 3%). La quota sul totale dei residenti è stabile al 10%. I minori rappresentano il 21% dei residenti stranieri (stabili al 13,4% sul totale dei minori residenti). I nuovi nati figli di entrambi i genitori stranieri sono in calo: -12% rispetto al 2021; da tener presente però il “trasferimento” di parte dei nati figli di genitori di origine straniera che hanno acquisito la cittadinanza italiana al segmento di nuovi nati italiani.

Le acquisizioni di cittadinanza nel 2022 sono infatti raddoppiate rispetto al dato relativo al 2021: circa 5.300, un ordine di grandezza confermato anche dal dato 2023. I permessi di soggiorno risultano in aumento. È una dinamica riconducibile a quelli con scadenza, che rappresentano solo una parte del totale: i permessi di lungo periodo sono infatti pari al 71% del totale.

Nel raffronto con i dati regionali, la Marca si colloca al terzo posto nella graduatoria delle province per numero di residenti stranieri, dopo Verona e Padova. Vicenza e Treviso, storiche province di immigrazione, mostrano in questi anni un progressivo rallentamento dei ritmi di crescita. Quanto a incidenza sul totale della popolazione residente, nel 2008 quella rilevata nella Marca (9,9%) era la più alta della regione, raggiungendo il picco nel biennio 2013/2014 (11,3%). Nel 2023 è al 10,2%, collocandosi al quarto posto della graduatoria regionale. Sono circa 150 i Paesi di cittadinanza degli stranieri presenti in provincia. Si confermano i principali gruppi nazionali (Romania, Cina e Marocco). In leggero aumento i residenti con cittadinanza indiana e ucraina.

Nell’anno scolastico 2022/2023, gli alunni con cittadinanza non italiana sono 17.992 (+3% rispetto all’anno precedente), il 14,4% del totale. Di costoro, il 71,7% sono nati in Italia (una percentuale in leggero calo rispetto all’anno scolastico precedente, dovuto ad un aumento degli inserimenti dall’estero); la quota si concentra soprattutto nella scuola per l’infanzia (85,2%) e nella primaria (73,1%). Il numero di occupati stranieri nel 2023 risulta pari a 53.548, il 13,5% di tutti gli occupati. Di costoro, 47.833 sono lavoratori dipendenti (89,4%). Il tasso di occupazione degli stranieri risulta pari al 63,1%, in leggero calo rispetto all’anno precedente. Settorialmente la distribuzione occupazionale è simile tra italiani e stranieri (60% servizi, 35% industria).

Nel 2023 la domanda di lavoro presenta un andamento ridimensionato rispetto alle buone performance osservate nel biennio precedente (assunzioni totali -7%; italiani -8%; stranieri -4%). Questo rallentamento dipende da un lato dalle ripercussioni di un contesto economico ancora incerto, e dall’altro da significative criticità nel reclutamento di manodopera, influenzate negativamente dalla difficoltà di incontro tra domanda e offerta di lavoro e dal calo demografico, che sta ridimensionando il bacino dei lavoratori disponibili.

Nel 2023 il peso degli stranieri si conferma elevato in tutti gli ambiti occupazionali. La distribuzione settoriale delle assunzioni di lavoro mostra concentrazioni rilevanti nelle costruzioni (48% delle assunzioni registrate nel comparto), in agricoltura (45%) e nel made in Italy (41%). Livelli di presenza significativi, si registrano anche nelle attività degli “altri servizi” (35%), nel metalmeccanico (33%) e nei comparti dell’ingrosso e logistica (28%).

Il totale dei richiedenti asilo e dei titolari di protezione internazionale presenti nei Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) e nei progetti SAI in provincia di Treviso risultava pari a 1.502 individui, mentre, alla data del 30 aprile 2024, tale cifra è scesa a 1.346, per il 92,3% adulti. Il 95,1% sono uomini.

“Il contributo dei lavoratori stranieri - spiegano i promotori del Rapporto sull’immigrazione - è fondamentale per il sistema produttivo trevigiano, specialmente in un contesto segnato dalla crescente difficoltà di reperire manodopera. Negli ultimi cinque anni, le assunzioni di lavoratori stranieri sono aumentate in tutti i principali settori, compensando il calo di quelle italiane. Tuttavia, il territorio trevigiano sta attraversando una crisi di attrattività: inflazione, difficoltà di accesso agli alloggi e condizioni di lavoro precarie stanno riducendo il ‘fascino’ che una volta rendeva questa provincia un polo attrattivo per i migranti. Il calo demografico, il rischio di spopolamento e la crescita dei cosiddetti ‘working poors’ richiedono interventi urgenti e strutturali: investimenti in servizi per le famiglie, infrastrutture, welfare e case accessibili sono fondamentali per garantire un futuro sostenibile al nostro territorio. È necessario un impegno comune per promuovere inclusione, stabilità e condizioni che rendano la Marca un luogo in cui tutti possano vivere e lavorare con dignità, contribuendo a un futuro migliore per l’intera comunità”.


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