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29 maggio 2024

Treviso

Quanta fatica per le persone down e le loro famiglie con il covid

Una realtà che con il lockdown si è sentita abbandonata

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

Maria Chiara Coco, la prima studentessa affetta da sindrome di Down a laurearsi

FOTO – un'immagine di buon auspicio che ritrae Maria Chiara Coco, la prima studentessa affetta da sindrome di Down a laurearsi presso l'Università di Udine con 110 e lode

 

TREVISO - “In principio Matteo l’aveva presa come una vacanza. Poi più tempo trascorreva recluso in casa, più si arrabbiava quando in tv vedeva Conte o Zaia”. A raccontare è la mamma, Cristina Gaion che è anche presidente dell’associazione delle famiglie di persone con disabilità intellettiva e relazionale. Il figlio ha trent’anni e come tutti gli altri down ha vissuto parecchio male il lockdown.

 

Alcuni si erano convinti di essere finiti in castigo. E davvero per tutti loro una punizione lo è stata, ma immeritata. OggiTreviso ne ha ripercorso a ritroso l’itinerario con la presidente dell’Anfass. Perché indietro, in tutto questo tempo, sono tornati un po’ tutti, giovani e meno giovani: “La perdita dell’autonomia, per prima cosa: sempre a casa, senza interazioni sociali e stimoli esterni, si sono chiusi in sé stessi”.

 

Poi la scuola, aggiunge Cristina Gaion, “che non ha dato proprio una mano agli alunni down e ha costretto noi genitori a fare ogni giorno i facilitatori del percorso scolastico a distanza che gli insegnanti andavano svolgendo in classe”. Ma ciò che suscitava maggiore inquietudine nella persona down era il non riuscire a rappresentarsi il nemico: “Dov’è? Andiamo a catturarlo” – mi ripeteva Matteo. Faticoso per non dire stremante per i familiari gestire l’emergenza, con i centri diurni chiusi.

 

Ma nemmeno la ripartenza tranquillizza perché è stata inevitabilmente ingranata la retromarcia: “I centri diurni hanno introdotto i turni per poter accogliere tutti ma in sottogruppi e orari diversi. E il servizio di trasporto non riesce a soddisfare tutte le esigenze”. Per non dire dei tantissimi progetti messi a punto dagli operatori e in associazione: tutto da ripensare. “Ma poi, questo Covid, quanto durerà?”.

 



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Roberto Grigoletto

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