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29 marzo 2024

Conegliano

QUATTRO GATTI PER BOSSI

Zaia invita i leghisti a sostenere il Capo, ma i leghisti preferiscono il mare

| Carlo De Bastiani |

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| Carlo De Bastiani |

CONEGLIANO - "Venite a Conegliano stasera, alle 18, e vedrete quanto numerosi saranno i militanti". Era il pronostico del presidente della regione Veneto, Luca Zaia, a poche ore dell'incontro elettorale previsto a Conegliano con Umberto Bossi.

I giornalisti e i fotografi sono andati, così come è andato all’appuntamento, al gran completo, tutto l’enturage leghista, ma i militanti hanno preferito il mare. Non ce la fa l’artigiano, il dipendente o il piccolo imprenditore ad andare sotto un palco per sentirsi dire da un politico che lui, i soldi dati dai contribuenti, può gettarli dalla finestra. Questo è troppo anche per un leghista delle prima ora.

Eppure la Lega su questo principio insiste, tanto che oggi Bossi ha ribadito il concetto: “Noi i nostri soldi possiamo buttarli dalla finestra.”

Però una defezione sicuramente l’avevano messa in conto. Non è stata scelta piazza Cima, non il centro cittadino, ma un luogo molto più appartato per il comizio. Ormai lo sa anche Bossi: le piazze principali meglio lasciarle a Grillo che fa il pienone. Grandi spazi con poca gente sarebbero stati un doppio smacco.

E sembra proprio che sia Beppe Grillo in questo momento a preoccupare i vertici del Carroccio. Tanto che è stato lo stesso Bossi a tranquillizzare i suoi dicendo che "Grillo cavalca il momento e piace agli occhi della gente. Porterà via voti solo alla sinistra". Più che una previsione, le parole suonano come un auspicio.

"La Lega non è il Partito socialista, quel Psi che aveva rubato i soldi e preso tangenti. La Lega i soldi li avrà sprecati, ed ora è meglio che venga fuori tutto per ripartire", ha precisato Umberto Bossi davanti ad una platea che l’Ansa definisce ridotta. "Nella Lega ci sono solo lombardi e veneti, non ci sono mafiosi", ha affermato Bossi tornando sulla tesi del complotto ai danni del suo partito per le vicende legate all'affaire Belsito. Quanto al coinvolgimento dei suoi figli, Bossi ha detto ai militanti rimasti che "se sono entrati nella vicenda è perché masticano Lega fin da piccoli e con essa sono cresciuti ed hanno voluto entrarci".

"La Lega - ha aggiunto - è pronta a cambiare quelle parti del movimento che non funzionano, ma noi dobbiamo andare avanti nel nostro progetto per realizzare la nostra cattedrale che è la Padania". "Nonostante le pietre prese - ha insistito - la testa è dura quindi si va avanti. Dopo la batosta correremo più di prima". "Il Nord non si sconfigge - ha concluso - è inutile che Roma si dia tanto da fare, noi siano liberi".

Alla fine dell’incontro, l’ultima parola l’ha avuta Zaia. "Bossi è Bossi e basta”, ha detto il governatore del Veneto sottolineando che non c'è da porsi il problema "se uno sia bossiano o no, perché Bossi è la Lega".

 


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Carlo De Bastiani

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