Quei tigli dal pericoloso "taglio punk"
Alcuni residenti segnalano la potatura sbagliata dei tigli sulla statale di fronte al Flaminio
| Emanuela Da Ros |
VITTORIO VENETO - Che la gestione del verde pubblico sia un capitolo importante nel governo di una città è una evidenza sempre più condivisa. A decretarne centralità sono i molteplici benefici ma anche le problematiche che esso comporta. Dal fattore puramente estetico-rilassante a quello antismog, dagli effetti dirompenti causati dalle radici su marciapiedi e sottoservizi alla possibilità di schianti, al pesante costo delle potature e relativi smaltimenti, eccetera.
E’ pure palese la gestione piuttosto improvvisata del patrimonio arboreo cittadino, con situazioni che spesso causano la giusta critica dei residenti. L’ultima segnalazione riguarda la recente “potatura punk” d’una ventina di tigli in via Dante, zona Liceo Flaminio. Non si è mai visto in città qualcosa del genere; la pianta è stata per metà brutalmente monconata e per la metà superiore le è stato lasciato un ciuffettone-pennacchio di alte stanghe verticali. Va anche premesso che la operazione è stata effettuata in un periodo completamente sbagliato, con le gemme che si stanno aprendo.
Non si toccano le piante in questo frangente, è pura cattiveria! Ma devono essersene accorti visto che il lavoro è stato sospeso. Tornando alla potatura punk mi dice un esperto che non esiste nulla del genere nei manuali di giardinaggio; che essa non ha alcun nesso logico; che è stata eseguita forse perché gli operatori non avevano direttive chiare. In più la pianta svilupperà tutta la sua spinta di crescita verso le lunghe e fragili stanghe sopravvissute che già ora sfiorano il tetto con conseguente caduta autunnale delle foglie sulle grondaie e, vista la loro estensione, con più alte probabilità di frattura in caso di forti venti.
Ultima osservazione: questo taglio punk è completamente difforme a quello normalmente effettuato sui restanti tigli di via Dante e Virgilio. Con un risultato estetico che in modo esemplarmente sintetico i nostri amati veci avrebbero definito ‘na scarpa e un zòcol. OT