Ragazzo abusato dall’amico, Centro antiviolenza rifiuta aiuto
Il legale: "Il sistema lascia 'scoperti' i maschi"
| Ansa |
VICENZA - Un ragazzo abusato sessualmente da un altro ragazzo, conosciuto tramite una 'app' per incontri, si è visto rifiutare un aiuto da parte del Centro antiviolenza di Vicenza, dove gli sarebbe stato risposto che il supporto viene fornito soltanto alle donne.
La vicenda è stata riferita al Giornale di Vicenza dall'avvocata vicentina Alessandra Bocchi, che definisce "davvero incredibile che un servizio di supporto pubblico, specie per determinati casi, non venga estesa anche a soggetti maschi". La legale dice di seguire due ragazzi vittime di violenza sessuale "che il sistema lascia scoperti", sottolinea.
All'origine del problema, secondo Bocchi, vi sarebbe la legge regionale a contrasto della violenza sulle donne dell'aprile 2013, che prevede che i centri antiviolenza o le strutture protette possano accogliere solo donne maggiorenni vittime di violenza, con servizio pubblico e gratuito. Tra i servizi offerti, colloqui preliminari, percorsi personalizzati di uscita dalla situazione di violenza, consulenze legali, formazione degli operatori, iniziative pubbliche di prevenzione e sensibilizzazione al problema.
"Sto preparando una istanza scritta indirizzata alla Regione del Veneto, specificatamente agli assessori Lanzarin e Donazzan, per armonizzare la normativa regionale che deve coinvolgere nelle azioni di supporto non solo le donne ma anche gli uomini vittime di violenza sessuale".
Sotto accusa è la legge regionale 5 del 2013, istituita quando è diventato focale il tema dei femminicidi, che prevede la possibilità per la vittima di abuso di ricevere assistenza pubblica solo se si tratta di una donna. "Il ragazzo, molto timido e in condizioni economiche non in grado di consentirgli attraverso una struttura privata un percorso di elaborazione della violenza subita - racconta Bocchi - .Si è recato al pronto soccorso, dove la violenza sessuale è stata riscontrata. Ma in mancanza di una legge che contemplasse anche gli uomini non è scattato il codice rosa o rosso".
Il giovane ha tentato inutilmente ogni iter pubblico. "Si è recato al Ceav, il Centro di aiuto per la violenza - sostiene il legale - che ha sede a Vicenza ma gli è stato detto che non ha diritto ad alcun aiuto perchè la legge regionale non contempla gli uomini. Gli è stato suggerito di sentire il consultorio familiare, ma a mio avviso non è la struttura giusta per gestire un caso di questo genere". La richiesta del legale, che assiste due uomini nella medesima situazione, è pertanto "che si crei un tavolo di lavoro per poter assistere in loco le vittime di abusi sessuali di qualunque sesso attraverso un percorso idoneo terapeutico e psicologico".