Il riordino delle province non si farà
Decreto non diventa legge. Saitta: "Tanto rumore per nulla"
TREVISO - "Tanto rumore per nulla". Antonio Saitta (in foto), presidente delle province Italiane, commenta così la mancata approvazione del decreto sul taglio delle province. Il decreto che le riorganizzava, infatti, non è stato convertito in legge. Il che vuol dire che le province italiane 107 sono e 107 rimangono.
La novità è stata resa nota nella seduta della commissione Affari costituzionali che si è tenuta lunedì 10 dicembre. Presenti all'incontro il presidente della commissione Carlo Vizzini, il ministro per i rapporti con il Parlamento Piero Garda, il ministro della Pubblica Amministrazione Filippo Patroni Griffi e il sottosegretario Antonio Maraschini.
A detta di Griffi, il Governo ha fatto quello che poteva. Per Saitta, invece, il processo avviato poteva essere portato a termine, magari con qualche aggiustamento. Secondo Vizzini, lo sforzo è stato compiuto. Anche se inutilmente. Troppi gli emendamenti, eccessivamente vicina la scadenza per presentarli. Insomma, tempi stretti e materia contorta non hanno reso possibile attuare i ridimensionamenti previsti, chiacchierati, criticati e lodati. Lo scopo del decreto era quello di contenere la spesa pubblica. Ora, dunque, bisognerà tagliare da qualche altra parte.