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04 novembre 2024

Treviso

Saldi estivi al via, nella Marca sconti dal 6 luglio

I trevigiani spenderanno in media 229 euro per abbigliamento e 186 euro per calzature ma pesa l'inflazione

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

saldi

TREVISO - Conto alla rovescia per l’inizio dei saldi estivi: sabato 6 luglio 2024, il mondo del “fashion” della Marca, entra nel periodo “saldi” fino al 31 agosto. L’indagine veneta di Confcommercio e Unioncamere, condotta nel mese di giugno con interviste dirette, indaga il tema dei consumi e dei saldi prendendo in considerazione anche la provincia di Treviso e restituisce una fotografia del commercio e del sentiment dei consumatori. Le percentuali non sorprendono: l’83% dei consumatori trevigiani sente l’impatto dell’aumento dell’inflazione, mentre solo il 17% dichiara di non sentirlo particolarmente. L’8% degli intervistati dichiara che spenderà di più, il 64% uguale, il 28% di meno. Tutto ciò nell’ambito di una spesa media pro capite di 229 euro per abbigliamento, 186 euro per calzature, 176 euro per accessori.

Quanto al doppio canale online e negozi le previsioni confermano il 69% degli acquisti nei negozi fisici, anche in periferia ed il 31% online. I più “affezionati” ai negozi fisici risultano i consumatori over 65 (95%), tra i 55 ed i 64 anni, per il 73%, mentre la forbice tra utenti fisici ed utenti virtuali si abbassa con lo scendere dell’età: i consumatori. Millennial e Generazione Z  acquistano quasi indifferentemente (52%-48%) sia on line che nei negozi fisici. Il rapporto qualità-prezzo è e resta un elemento essenziale del processo di acquisto. Guardando ai consumi non essenziali ed alle strategie di acquisto: per i trevigiani la voce abbigliamento-accessori è la seconda voce di spesa con il 66,1, mentre al primo posto (73,1) si colloca la voce ristorazione ed eventi. Abbigliamento e calzature rimangono essenziali nelle strategie di acquisto sia dei veneti che dei trevigiani, notoriamente attenti all’eleganza magari praticata attraverso capi rilassati o “destrutturati” che tornano al centro dello stile di vita.

I saldi, secondo la normativa regionale, sono le vendite di fine stagione che interessano i prodotti di moda o di carattere stagionale che sono soggetti a deprezzamento se restano invenduti e da parte del negoziante c’è l’obbligo di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto ed il prezzo finale. A Treviso e provincia non si può negare che i saldi siano preceduti dai “pre saldi”, una prassi vietata dalla normativa nei 30 giorni antecedenti l’inizio ufficiale, che passano via messaggio ai clienti abituali qualche settimana o giorno l’avvio ufficiale. Il tema delle vendite promozionali nei 30 giorni antecedenti è all’attenzione ed in discussione a livello veneto ed in Federmoda.

"Non si può non sottolineare l’avvio preceduto da una condizione metereologica sfavorevole alle vendite: il maltempo che ha accompagnato i mesi di maggio e di giugno ha infatti depresso fortemente le vendite in alta stagione - sottolinea Maria Beatrice Paludetti, presidente di Federmoda Treviso -  Si determina così un effetto paradossale: i saldi risultano temporalmente anticipati rispetto all’andamento reale della stagione, partita male e tardi; e perciò erodono ulteriormente il margine operativo del sistema moda, costringendolo al ricorso anomalo a un credito bancario sempre più raro e oneroso. I negozi tradizionali di abbigliamento e calzature hanno esercitato nel 2023 un ruolo altamente responsabile nella distribuzione commerciale, rinunciando ad adeguare i propri prezzi all’inflazione (hanno infatti segnato un incremento limitato al 3% contro il 5,7% generale): ma ora versano in condizioni di estremo affaticamento quindi l’auspicio è che i saldi diventino un periodo di “sostegno” per il commercio".

Le aspettative per questi saldi estivi sono dunque, se non pessimistiche, almeno “difensive”. "Gli operatori di Ferdemoda confidano che si consolidino i trend emersi recentemente, che segnalano una ritrovata fiducia nei negozi tradizionali e di vicinato, e di conseguenza una certa uggia nei confronti degli acquisti eseguiti on line o negli outlet e nei grandi centri commerciali. La percezione è quella di essere al centro di una rivoluzione che ci pone di fronte a stili di vita nuovi, tutti da interpretare, diversi da quelli eccessivi della “globalizzazione edonista”, forse più vicini ad una “sobrietà sostenibile”.


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