28/11/2024nuvoloso

29/11/2024sereno

30/11/2024sereno

28 novembre 2024

Conegliano

La scomparsa dei viali alberati a Conegliano

Perché parlarne a Conegliano? Perché significa affrontare un problema contemporaneo ma che, se non risolto, avrà forti ripercussioni nel prossimo futuro

| Michele Zanchetta |

| Michele Zanchetta |

viale spellanzon conegliano

A partire dagli anni Novanta, la città del Cima ha visto pian piano sparire molti dei viali alberati che caratterizzavano le sue strade. Scelte necessarie o poca pianificazione, nel volgere di un trentennio Conegliano ha visto depauperarsi il suo patrimonio arboreo, non sempre rimpiazzato da nuove piantumazioni.

___STEADY_PAYWALL___

Negli ultimi trent’anni sono cambiate molte cose in città, ma principalmente sono da rilevare due fenomeni opposti ma legati tra loro: la dismissione industriale nel centro cittadino e il blocco della crescita degli abitanti. Conegliano, pur essendo un medio centro della pianura veneta, non è esente dal problema del verde pubblico, che angustia i cittadini. La città è distesa ai piedi delle colline, ne avvolge i fondovalle con gli insediamenti e si sviluppa prettamente in orizzontale. A Conegliano non esistono i grandi parchi, non se ne è mai sentita la necessità, infatti, la natura è a pochi minuti di strada, sia in collina che in pianura. In città il trend di crescita demografica è aumentato vertiginosamente nel periodo postbellico del boom economico, ma si è fermato ormai da quattro decenni; a fronte, si è notato un aumento esponenziale del traffico e dell’inquinamento. A contribuire a questa emergenza, anche la riduzione delle piogge e la trasformazione lenta, ma inesorabile, di Conegliano. La città è sempre più una fornitrice di servizi, è molto frequentata, ma le persone preferiscono vivere fuori dal comune, per una serie di motivi. In questo senso, Conegliano, come altri centri delle sue dimensioni, ha dovuto confrontarsi con l’eredità urbana delle città postunitarie, dove i grandi viali alberati erano un sinonimo di agiatezza e progresso, ma non sempre furono concepiti in modo razionale. La diffusione delle automobili e la crescita del traffico in seguito al boom economico, hanno evidenziato come certi tipi di viali erano incompatibili con il mondo contemporaneo.

 

Quelli che prima erano semplici impicci, nel corso degli anni sono diventati grossi problemi. Dalle radici che crescevano superficialmente e disordinatamente, rompendo asfalto, tubature e creando problemi alle auto, agli alberi che perdevano rami e incombevano sui mezzi in transito, dalle malattie tipiche di alcune specie arboree alla naturale decadenza per anzianità, un insieme di problemi che le amministrazioni di tutto il Paese hanno affrontato cercando rimedio. Spesso, però, senza riuscire a trovarlo. Tra il finire degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, sono scomparsi gli alti alberi che si trovavano in viale Istria, tra le due sponde del Monticano. Le nuove necessità stradali portarono all’allargamento della carreggiata e al rifacimento del manto stradale e dei marciapiedi. Il mio ricordo di bambino che andava a scuola è legato specialmente all’autunno, quando quella strada era invasa dalle grandi foglie secche e dai ricci appuntiti che si trovavano in gran numero, credo fossero ippocastani ma la memoria potrebbe fallare. Tra tutti gli alberi, probabilmente quello che da più problemi alla vita cittadina è il Pinus Pinea, il Pino domestico, altrimenti noto come Pino marittimo. Le sue radici sono superficiali e sconquassano asfalto e marciapiedi, rompono tubature ed apparati tecnologici, rendono la carreggiata disconnessa causando problemi a pedoni, bici e auto, senza tener conto che la grande chioma soffre il vento forte, rischiando spesso di lasciare a terra rami o il fusto stesso. Viale Pittoni ha visto abbattere parte dei suoi pini domestici, specialmente verso sud, dove in parte sono stati sostituiti da alberelli che lentamente, ma con discrezione e senza creare problemi, stanno crescendo. Un tempo le chiome si incrociavano e in estate si camminava alla perpetua fresca ombra. Nel dopoguerra fiancheggiavano le fabbriche della Zoppas e le casette operaie, creando una caratteristica cartolina della Conegliano del boom economico. Il tratto iniziale di Via Calpena, l’antica strada che portava a Ceneda passando per Ogliano e Carpesica, era alberata ma le sue piante sono state abbattute. I Pini domestici sono stati tagliati qualche anno fa, alcuni forse malati, molti pendevano pericolosamente sulla carreggiata, ma non sono stati sostituiti. Ne rimangono tre della vecchia sistemazione a memoria del passato: uno si trova all’incrocio con via Lancieri e gli altri due a metà salita, salvatisi dal taglio perché più spostati a valle. Prima dell’Alemagna, per secoli questa salita fu la strada per chi lasciava la città.

 

Lungo il corso del Rujo, in viale Gorizia, in anni recenti si è deciso l’abbattimento dei pini, anche qui infatti creavano problemi alla carreggiata, che i coneglianesi percorrevano a passo d’uomo per non rompere l’auto…Forse pensandoci bene non era un male, permetteva infatti di camminare in tranquillità lungo una strada priva di marciapiede dalla parte del fiume. L’ultimo, in ordine di tempo, è l’abbattimento dei grandi pini in piazza San Martino: personalmente, è stato il dolore maggiore, sia perché a lato di uno degli edifici più iconici di Conegliano, sia per la dimensione degli alberi, le cui chiome fiancheggiavano elegantemente il lato meridionale della chiesa. Ora l’edificio appare spogliato di qualcosa che era storicizzato, quegli alberi infatti da decenni adornavano la piazza e proteggevano dalla canicola estiva. Anche per questo caso, si è precisato che la città non perderà verde, perché prossimamente verranno rimpiazzati con altri meno invasivi. Anche via Settembrini un tempo era alberata, ricordo infatti che negli anni Ottanta, dopo il sottopassaggio della Circonvallazione, diventava bianca ed era fiancheggiata da due fossati poco profondi e alberi poco alti: nei miei ricordi erano dei gelsi, ma potrei sbagliarmi e qualcuno era forse un salice. Era un angolo di campagna a poca distanza dal centro e si raggiungeva il ponte di Campolongo, risalendo sull’argine vicino all’antico borgo di case. Dove sono ora i viali alberati storici di Conegliano? Si preserva quasi integro il bellissimo viale Spellanzon, quello che all’inizio del Novecento era adornato di statue e chiamato i Passeggi, perché i coneglianesi lo percorrevano a scopo ricreativo a due passi dal centro. I suoi larghi marciapiedi, restaurati nel corso dei decenni, ospitano anche la pista ciclabile e le panchine. E’ un bell’esempio di architettura verde nella città e preserva, a distanza di un secolo, ancora quell’aspetto signorile, fiancheggiato da eleganti ville liberty con curati giardini e piante secolari. Il momento migliore è tra maggio e giugno, quando la fioritura dei tigli colora di giallo i rami e un profumo delicato e piacevole avvolge l’atmosfera.

 

Da Piazza Cima si sale al castello lungo via Benini, qui la strada a tornanti, tra ville gentilizie e memorie del passato cittadino, raggiunge la sommità del colle. Questa strada è fiancheggiata da alti alberi di specie differenti, piantati in diverse fasi. Le radici affondano nel fianco del colle quanto nei bastioni, fungendo da freno per impedire gli smottamenti del terreno tipici dei versanti collinari coneglianesi, caratterizzati da strati alternati di conglomerato, argilla, sabbia e pietra sedimentaria. Per la varietà dei colori in autunno, percorrere via dei Pascoli è sicuramente un piacere, ma questa strada si trova a nord della città, al limitar del bosco del colle del castello. Qui troviamo una doppia cerchia di alberi, eredità di differenti epoche. Piazzale San Leonardo è circondato da una corona di pini domestici, piantati nella prima metà del Novecento come ci ricordano egregiamente le molte foto in bianco e nero. Il giardino superiore, invece, fu per quasi un secolo cimitero cittadino, lo cogliamo dal muraglione di cipressi che lo circondano lungo il perimetro. Alcuni sono caduti nel corso degli anni per il forte vento, ma generalmente da quasi due secoli sono ammirati dai coneglianesi che qui portavano i loro cari, nell’ultimo viaggio, fino al 1875 circa. L’ideazione del cimitero cittadino al piano risale alla seconda metà del XIX secolo e a partire circa dal 1875 ospita le sepolture cittadine. Venne costruito lontano dalla città, ma ormai ne è parte, circondato da aree sportive e centri commerciali. Per raggiungerlo, si percorre via San Giuseppe, un severo viale di cipressi, che con il passare degli anni hanno raggiunto altezze notevoli. Possiamo dirci felici della situazione cittadina? Certamente Conegliano sta meglio di altri luoghi, ma non cambia la sostanza che quasi la metà di viali e piazze alberati sono legati alla presenza passata o contemporanea di cimiteri, infatti anche quelli delle frazioni di Ogliano, Scomigo e Collalbrigo hanno questo tipo di decorazione arborea. Negli ultimi anni abbiamo visto nel corso centrale, il vecchio Refosso, crescere alberi a chioma molto ampia, così come in viale Battisti, nel primo tratto di recupero delle fabbriche ex Zoppas. Anche via Friuli e via XXIV Maggio sono state alberate e risalendo l’intervento ad alcuni decenni fa si nota con piacere il risultato di marciapiedi freschi e discontinuità del grigio cittadino.

 

Ma il problema fondamentale è che non possiamo rincorrere, tra mille scuse, il numero degli alberi piantati in città fino alla prima metà del Novecento, è una corsa senza senso. È’ un errore, perché la città ha quasi triplicato i suoi abitanti: nel 1911 erano 13007, all’ultimo censimento nel 2018 sono 35203. Per cui, anche in rapporto al cemento e all’inquinamento di questo inizio di XXI secolo, gli spazi di verde dovrebbero essere maggiori, non soltanto con la creazione di nuovi parchi, ma anche con l’inserimento del verde nel contesto urbano, che è quello che realmente manca in città. Alberi, aiuole, siepi, ma anche prati verdi invece di distese di piastrelle di cemento a occupare ogni spazio possibile. Il verde lo si ricrea, e ce lo insegna la moderna architettura delle metropoli, tra le case e le strade, adattando situazioni esistenti. Ma gli alberi sono un patrimonio, non soltanto nei giardini e nei parchi, sono fondamentali per ripulire l’aria e abbassare, durante l’estate, la temperatura media delle città. Un viale alberato permette una netta diminuzione della temperatura sia al suolo, che nei pressi, dove case ed uffici consumano energia per l’aria condizionata. L’ombra degli alberi permette, sempre in estate, la possibilità di vivere la città tra le strade e facilita la socialità, impedendo il classico effetto di fuga nei centri commerciali o in casa. Gli alberi sono delle difese, profumano l’ambiente e assorbono i rumori; allo stesso tempo ricambiano con ossigeno l’assunzione di anidride carbonica emessa dagli esseri viventi. Tra i suoi rami, trovano vita specie diverse, dagli uccelli agli scoiattoli agli insetti, permettendo la commistione tra mondo naturale e mondo antropizzato. Perché non separare piste ciclabili e strade con siepi e alberi? Non è un’opera impossibile, il nord Europa ha da decenni trovato soluzioni per inserire il verde nella viabilità, con effetti benefici sulla salute dei cittadini, perché come insegnano diversi studi psicologici una persona vive meglio se si trova circondata dal verde, meglio se pubblico del quale si possa sentire parte. Magari vedremo arrivare anche a Conegliano le azioni di guerrilla gardening, che da anni avvengono nel mondo: si tratta di semplici cittadini che, per loro spontanea iniziativa, decidono di intervenire attivamente nella crescita del verde pubblico. Le loro azioni sono diverse, si va dal lanciare bombe di semi di fiori nelle aiuole abbandonate al piantare alberi nelle aree dismesse, dal recuperare piccole porzioni di verde pubblico abbandonato al decorare aree cementate con l’inserimento di piante in grado di vivere con poca acqua. Dove? Beh, c’è solo l’imbarazzo della scelta…

 


Iscriviti alla Newsletter di OggiTreviso. E' Gratis

Ogni mattina le notizie dalla tua città, dalla regione, dall'Italia e dal mondo


 

 

 



Michele Zanchetta

Leggi altre notizie di Conegliano
Leggi altre notizie di Conegliano

Dello stesso argomento

immagine della news

28/11/2024

Si accendono le luci del Natale coneglianese

Tra mercatini, villaggi incantati dove incontrare Babbo Natale e piste di pattinaggio tantissimi eventi animeranno Conegliano, San Vendemiano e i comuni dell'hinterland

immagine della news

26/11/2024

Conegliano, a scuola senza zaino

Alla scuola primaria Mazzini di Conegliano, che negli ultimi anni è stata al centro di un grande restauro, in alcune classi è in atto un innovativo progetto didattico

vedi tutti i blog

Grazie per averci inviato la tua notizia

×