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19 dicembre 2024

Treviso

E SE NOI DUE NON STIAMO PIU' BENE?

RUBRICA - "Il tè delle cinque" con Fanni Guidolin

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Fanni Guidolin

RUBRICA - Incomprensione, frustrazioni, senso di solitudine… Ci sono momenti nella vita di coppia, in cui ci chiediamo se la nostra storia a due valga ancora la pena di essere vissuta. Se esiste la possibilità di coltivare un progetto comune, o se invece, non sia più costruttivo voltare pagina e ricominciare da soli.
L’intimità profonda, la fusione, i momenti in cui si condivideva tutto insieme, un senso di solitudine acuto, possono colpirci duro però dopo la separazione. Il futuro ha un sapore amarissimo.

Separarsi è un cammino difficile, in cui rimettiamo in discussione anche noi stessi. Ma quando ci alziamo di primo mattino con quel fastidio sottile, con l’incapacità di sintonizzarsi che rende difficili le conversazioni e l'impossibile confronto con l'altro senza odio e rabbia, siamo già sulla strada della separazione.
Da una specie di stanchezza, dalla disillusione, dalla constatazione che l’altro non è quello che credevamo, comincia il processo di divisione anni prima della decisione. Perché ci separiamo dentro di noi prima che davanti all'altro.

Il fatto è che si avverte la sensazione di non essere più in due a guardare il mondo. Il contatto fisico si dirada, le faccende domestiche, i figli o il lavoro vengono prima di tutto. Ma l’idea di dire basta ci tormenta. Ancorati come siamo a quella stupida quotidianità e all'idea di famiglia felice fotografata sui social.
Talvolta una persona scopre che basta a se stessa; che il partner sia presente, che partecipi o meno alle decisioni è irrilevante, non le interessa più. Lui vive in un mondo dove lei non è mai entrata e o viceversa e si tira avanti.

Ci sono i bambini, e piccoli. Con chi staranno? Soffriranno? Spesso a tenere insieme una coppia sono i figli e il rispetto reciproco. Però si avverte che è un equilibrio precario e non si vuole passare il resto della propria vita ancorati alle necessità e al dovere. E poi il mutuo da pagare. Quell'impegno che due si prendono per trent'anni, investendo tutti i risparmi.
Gli amici in comune che fine faranno? Qualcuno terrà quelli più intimi, qualcun altro solo la madre, che sa sempre tutto. Ma la maggior parte delle coppie li perderà e ne troverà degli altri, cancellando viaggi, ricordi e confidenze in un colpo di spazzola con le lacrime agli occhi.

Magari si tratta solo di un momento superabile di difficoltà. Passerà. E allora si tira avanti, tra scontento e delusione, tra colite e disturbi vari, psicosomatici spesso. Come la vescica iperattiva o le vaginiti, l'herpes genitale o la stitichezza. Tra le notti insonni e la trascuratezza.

Così la coppia diventa pesante come il piombo. Lei si accorge che il partner non è più l’uomo che l'aveva fatta innamorare. Lui non sopporta più i suoi sbalzi d'umore, i suoi no al sesso, le sue lamentele. Di certo nessuno dei due pensa che sia fisiologica la caduta dell'innamoramento. Rimangono spesso illusi di avere accanto la persona di dieci anni fa. Eppure quella che si è solo trasformata in una persona normalissima, con i suoi egoismi e il mantello azzurro appeso al chiodo, i cedimenti emotivi, la menopausa o la disfunzione erettile, è sempre la stessa! Basta saper buttare il carburante giusto su una fiammella!

È importante che una terapista di coppia aiuti a trovare quali siano i progetti comuni. E' importante che la terapista aiuti la donna a riscoprirsi seducente dando consigli ed esercizi. E quando il disagio continua, bisogna avere il coraggio di guardarsi dentro e farsi delle domande. Una specie di check-up che forse rivelerà i segni di una malattia non ancora grave. Magari scoprendo di essersi già separati senza saperlo.

Quando l’affetto diventa scontata routine è già la fine. E se a volte l’infedeltà è un mezzo per fare il grande passo, nella maggior parte delle volte si aspetta, si vivono due vite, con un piede nella via di fuga, e un piede nella vita di qualcun altro. Qualcuno sarà pronto a ritornare sui suoi passi pentito e qualcun altro coronando l'ennesima storia d'amore.

Immaginiamoci senza di lui o di lei. Senza coloro che ci hanno amato per molto tempo. Riusciamo a farlo? Chiediamoci quanto si sia affievolito il desiderio sessuale, o se proviamo ripudio per il suo contatto fisico. E chiediamoci se sogniamo di fare le valigie partendo con un biglietto di solo andata. Perchè se la risposta è sì, allora siamo già saliti nel treno della libertà. E, terapista o no, non si torna più indietro.



Dottoressa Fanni Guidolin
Enterostomista Specialista nella Riabilitazione del Pavimento Pelvico
Prof. a contratto presso Università degli Studi di Padova
Consulente sessuale in formazione presso Aispa
cura la rubrica “SexInTheGarden” sulla pagina Instagram fanni_greenlover


 

 


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