Sette ore di udienza ieri al processo per la morte di Mattia Battistetti
Straziante la testimonianza del collega rimasto ferito nell’incidente in cui l’operaio edile di 23 anni ha perso la vita
MONTEBELLUNA / TREVISO – Un’udienza interminabile quella di ieri al Tribunale di Treviso, per il processo volto a stabilire le eventuali responsabilità per la morte a soli 23 anni di Mattia Battistetti, l’operaio edile di Montebelluna schiacciato da un carico di 15 quintali staccatosi da una gru in cantiere. Teste chiave della giornata 33enne kosovaro Arben Shukolli, il collega di Mattia che è stato in parte colpito dalla caduta del materiale, riportando gravi ferite alla schiena e ad una gamba. L’operaio Arben Shukolli ha raccontato momento per momento quanto accaduto al cantiere dal suo arrivo e di come tutto sia accaduto senza che lui e Mattia avessero avuto modo di mettersi in salvo: secondo il teste non si sarebbe sentito alcun segnale acustico volto a segnalare che la gru era in movimento. Straziante il ricordo degli istanti in cui si è ripreso dopo essere stto travolto e ha visto accanto a se il corpo senza vita del collega Mattia Battistetti.
Imputati per la morte del 23 di Montebelluna: Gian Antonio Bordignon, 55enne di Volpago del Montello, titolare del cantiere e responsabile dei lavori, Marco Rossi, 40 anni di Montebelluna, dipendente della Bordignon e delegato per la sicurezza nonchè responsabile del servizio prevenzione e protezione, Andrea Gasparetto, 43 anni di Istrana, legale rappresentante dell'azienda per cui lavorava Mattia la Altedil di Trevignano, Gabriele Sernagiotto, 60 anni di Montebelluna, coordinatore della sicurezza del cantiere in fase esecutiva, Loris Durante, 43 anni di Volpago, colui che operava sul ponteggio mobile e Bruno Salvadori, 56 anni di Mogliano legale rappresentate della Essebi, la ditta ha effettuato il montaggio della gru.
“Si è svolta la settima udienza del processo per la morte di Mattia Battistetti, morto sul lavoro a 23 anni – scrive in una nota Rifondazione Comunista Treviso -. Abbiamo assistito in aula agli interrogatori dei primi quattro testimoni. Abbiamo partecipato al presidio fuori dal tribunale prima dell'entrata in aula. Eravamo insieme a realtà di fabbrica, sindacati e compagnə mobilitati da una famiglia davvero coraggiosa. Siamo e saremo al fianco della famiglia Battistetti per chiedere giustizia per Mattia: è una lotta che appartiene a tuttə coloro che credono che non sia accettabile morire sul lavoro. Prossimo appuntamento 26 febbraio 2024! Continuerà inesorabile la mobilitazione popolare per chiedere giustizia per Mattia Battistetti e per fermare la strage senza fine nei luoghi di lavoro”.
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