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29 marzo 2024

Economia e Finanza

Si arresta effetto incentivi: - 12,9% assunzioni e -33% contratti stabili nel I trimestre

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Si arresta effetto incentivi: - 12,9% assunzioni e -33% contratti stabili nel I trimestre

Si arresta l'effetto degli incentivi, decontribuzione con la legge di stabilità e Jobs Act. Nel primo trimestre dell'anno, emerge dall'Osservatorio sul precariato diffuso dall'Inps, le assunzioni attivate da datori di lavoro privati complessivamente sono state pari a 1.188.000: in calo di 176.000 unità rispetto al corrispondente periodo del 2015 (-12,9%). Questo rallentamento ha coinvolto essenzialmente i contratti a tempo indeterminato: -162.000, pari a -33,4% sul primo trimestre 2015. Il calo, sottolinea l'Inps, è da ricondurre al forte incremento delle assunzioni a tempo indeterminato registrato nel 2015 in corrispondenza dell’introduzione degli incentivi legati all’esonero contributivo triennale. Analoghe considerazioni possono essere sviluppate in relazione alla contrazione del flusso di trasformazioni a tempo indeterminato (-31,4%).

Eloquente anche l'analisi che riguarda i nuovi contratti, ovvero il saldo tra assunzioni e cessazioni. Frena, infatti, la crescita dei nuovi rapporti di lavoro. Per il trimestre gennaio-marzo 2016 si registra un saldo, tra assunzioni e cessazioni, pari a +241.000, inferiore a quello del corrispondente trimestre del 2015 (+326.000). Tale differenza, rileva l'Inps, è totalmente attribuibile alle posizioni di lavoro a tempo indeterminato. Nel primo trimestre del 2016, infatti, il saldo positivo dei contratti a tempo indeterminato è pari a 51.087, in calo del 77% rispetto ai 224.929 contratti stabili dei primi tre mesi 2015. Intanto, continua il boom dei voucher. Nel primo trimestre dell'anno ne sono stati venduti 31,5 milioni, destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, del valore nominale di 10 euro, con un incremento, rispetto al primo trimestre 2015, pari al +45,6%. Nel 2015, la crescita dell’utilizzo dei voucher, rispetto al 2014, era stata pari al 75,4%.

Polemica la reazione dei sindacati. "Che fine hanno fatto i milioni di posti di lavoro creati con il Jobs act?", è la domanda posta dal segretario confederale della Cgil Serena Sorrentino. "Potremmo commentare che a noi i conti tornano, visto che avevamo stimato sia l'effetto doping del Jobs act che il decalage delle assunzioni", risponde. "Il drastico crollo dei contratti a tempo indeterminato, certificato dall’Inps, è davvero molto preoccupante, ma non ci sorprende affatto. Purtroppo, siamo stati facili profeti: il mercato del lavoro era drogato da un eccesso di decontribuzioni. Si potrebbe dire che sono stati quasi buttati al vento 18 miliardi", affonda il leader della Uil, Carmelo Barbagallo. Promuove invece le scelte del governo la Cisl. I dati Inps certificano un calo nelle assunzione a tempo indeterminato ma "la riduzione del costo del lavoro è una scelta giusta, richiesta da tempo dal sindacato, e per la quale vanno trovate soluzioni a regime", fa notare il segretario confederale Cisl, Gigi Petteni.

 



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