Spread, impennata d'agosto
| Isabella Loschi |
Mentre la lira turca subisce l'ennesimo affondo e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan parla di "assedio", sul mercato sale la tensione dei titoli di Stato italiani. Nella giornata di ieri a Milano il Ftse Mib ha ceduto lo 0,58% a 20.969 punti, con lo spread Btp-Bund in altalena che è tornato a salire, fino a sfiorare i 280 punti, per chiudere poi a quota 278 mentre il rendimento ha toccato il massimo del 3,10%.
Un'impennata che non si verificava da fine maggio, quando durante l'incertezza per la formazione del nuovo governo il differenziale tra Btp e Bund tedeschi era schizzato a 300, spaventando i mercati. Dopo la fiammata di ieri, oggi lo spread ha aperto in calo, flettendo a 268 punti base con un rendimento del 3,01%. Anche se il differenziale tra i nostri Titoli di Stato e quelli tedeschi resta comunque sotto pressione.
E se in Europa sale l'allerta, è la Turchia a pagare il conto più salato, con il crollo della lira che è stato inarrestabile. La Banca centrale turca si è detta pronta a prendere "tutte le misure necessarie" per assicurare la stabilità finanziaria e sostenere l'efficace funzionamento dei mercati, promettendo di fornire agli istituti di credito "tutta la liquidità necessaria". Rassicurazioni che non sono bastate, visto che la crisi finanziaria di Ankara non ha scongiurato il crollo delle borse europee.
Le principali piazze finanziarie d'Europa hanno scambiato in rosso fin dai primi minuti di contrattazione, sulle preoccupazioni per il nuovo tonfo della lira turca e per l'andamento della borsa di Istanbul, con il Bist 100 in flessione del 2,38% in chiusura. Londra, al termine degli scambi ha ceduto lo 0,32% e Francoforte lo 0,53%, appesantita anche dal tonfo di Bayer (-10,8%), dopo che Monsanto, acquisita di recente dal gruppo tedesco, è stata condannata negli Stati Uniti a pagare una multa da 289 milioni di dollari a causa di un erbicida contenente glifosato, ritenuto cancerogeno. Parigi invece ha archiviato la seduta poco sotto la parità, in flessione dello 0,04%.
A pagare il prezzo più alto sono stati i titoli del comparto bancario e quello delle compagnie esposte sul mercato turco. Come Unicredit che a Piazza Affari ha perso il 2,58%. Ubi Banca ha ceduto il 2,89%, Banco Bpm è scesa del 3% e Intesa Sanpaolo ha perso l'1,65%. Una giornata ad alta tensione, insomma, in uno scenario che sembra farsi sempre più cupo. A settembre, infatti, arriveranno i giudizi delle agenzie di rating sull'Italia. Si parte il 31 agosto con l'agenzia Fitch, seguita poi da Moody's e S&P. Un calendario nel quale non va dimenticata la messa a punto della manovra finanziaria.