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08 novembre 2024

Treviso

Stato di emergenza per siccità: "Serve una rete di piccoli invasi per conservare l’acqua piovana"

Coldiretti Treviso chiede soluzioni definitive ad un problema che sta mettendo a dura prova le imprese agricole

| Isabella Loschi |

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siccità

TREVISO -Il dimezzamento delle piogge nel 2022 ha avuto un impatto devastante sulle produzioni di mais e foraggi, per il latte ma anche per frutta e verdura ustionata dalle temperature arrivate intorno ai 40 gradi. Una situazione, quella della siccità che per Coldiretti Treviso va affrontata con un progetto strutturale e soluzioni definitive. “Bene dichiarare lo stato di emergenza per il Veneto, ma ora occorre un piano per dare soluzioni a dei problemi che non sono più legati alla straordinarietà”, sottolinea Coldiretti Treviso.

Il Veneto è tra le regioni interessate dal provvedimento assunto dal Consiglio dei Ministri che dichiara lo stato di emergenza per la siccità anche per Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna “dove – commenta Coldiretti - “si produce quasi la metà  del Made in Italy a tavola (44%), con le cinque regioni più colpite che rappresentano il 76% del grano tenero per fare il pane, l’88% del mais per l’alimentazione degli animali, il 97% del riso, ma allevano anche il 66% delle mucche e l’87% dei maiali nazionali”. Lo stanziamento di circa 36 milioni di euro coinvolge un territorio nel quale lavorano 225mila imprese che rischiano di chiudere i battenti sotto i colpi della siccità, con i danni che hanno già superato i tre miliardi di euro, secondo Coldiretti. Una situazione sulla quale pesa in maniera determinante la mancanza di una rete di invasi capace di trattenere l’acqua della pioggia. “Ogni anno - sottolinea Coldiretti - l’Italia perde 500mila metri cubi di acqua al minuto che potrebbero invece garantire una riserva idrica a cui attingere nei momenti di siccità. Con più di un quarto del territorio nazionale (28%) che è a rischio desertificazione”.

“Serve subito una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione – sottolinea il presidente di Coldiretti Treviso, Giorgio Polegato in sintonia con il presidente nazionale Ettore Prandini -. Con l’Anbi, l’Associazione nazionale delle bonifiche, abbiamo elaborato un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di bacini di accumulo (veri e propri laghetti) per arrivare a raccogliere il 50% dell’acqua dalla pioggia. Si tratta di 6mila invasi aziendali e 4mila consortili da realizzare entro il 2030 multifunzionali ed integrati nei territori perlopiù collinari o di pianura”.

 


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