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19 aprile 2024

Treviso

STOP AI FURBETTI DEL CERTIFICATO MEDICO FATTO PER TELEFONO

La Fimmg mette in guardia i medici di base

| Mauro Favaro |

| Mauro Favaro |

STOP AI FURBETTI DEL CERTIFICATO MEDICO FATTO PER TELEFONO

TREVISO – “I pazienti non dovrebbero mai chiedere e, comunque, i medici non devono mai fare certificati di malattia per telefono”. E' l'appello contenuto in una lettera che in questi giorni la Federazione dei medici di famiglia sta inviando a tutti i dottori di base del trevigiano.

Obiettivo: mettere in guardia le parti perché, nel caso in cui fossero appurati comportamenti del genere, andrebbero incontro a una condanna penale sia chi domanda al proprio medico di fargli saltare qualche giorno di lavoro che lo stesso dottore troppo furbo o facilone.

“Dare o prorogare un periodo di malattia senza che sia effettuata la visita è reato”, ricorda a tutti la Fimmg di Treviso. E per rendere ancora più incisivo il messaggio riporta una recente sentenza emessa della corte di Cassazione su un certificato fatto al telefono.

“Il medico è stato ritenuto responsabile di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, mentre la paziente è stata condannata per aver fatto uso del certificato medico pur conoscendone la falsità – scrive la federazione – la difesa di entrambi sosteneva che la donna era stata visitata 4 giorni prima e aveva poi comunicato per telefono al dottore i sintomi della sua malattia che persistevano”. Ma questo non è bastato perché per emettere un certificato servono delle “verifiche oggettive delle condizioni di salute”. E il telefono non le consente.

“Fare dei certificati di malattia ha un impatto economico sulla società e questo rende la visita ancora più indispensabile – spiega Brunello Gorini, segretario della Fimmg – credo, comunque, che medici che sottoscrivono certificati senza aver visto i pazienti siano molto rari, anzi, direi che il 99 per cento dei dottori non fanno nulla senza una visita”.

Fatto sta che l'allarme ora è lanciato anche nella Marca, in modo particolare per quanto riguarda le proroghe dei periodi di malattia. “La cosa è ancora più delicata e un medico si chiede come mai un paziente non è guarito nei giorni che aveva previsto – specifica il segretario – in ballo c'è anche il rischio professionale”. Che, però, non è sempre un invalicabile deterrente. “Una volta ho avuto una paziente che si è lamentata perché a fronte della sua richiesta di avere un certificato di malattia pretendevo di visitarla e, alla fine, ha cambiato medico – rivela lo stesso Gorini – diceva che voleva solamente il certifico e non la visita”. Ma ora su simili comportamenti hanno puntato gli occhi anche i tribunali.

 


| modificato il:

Mauro Favaro

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