Il torrone (o mandorlato): un dolce che arriva da lontano
Una leccornia che ha vinto la sfida del tempo
| Giampiero Rorato |
TREVISO - Per raccontare la storia di questo dolce, tanto amato da bambini ed adulti e che è presente ovunque in occasione delle feste di fine anno, partiamo da alcuni dati certi. Lo storico romano di origine padovana Tito Livio (59 a.C.-17 d.C.), autore di una importante storia di Roma (Ab urbe condita) descrive un dolce molto simile al torrone, chiamato cupedia (tradotto in ghiottoneria).
Dalla parola romana cupedia derivano le parole regionali con le quali si indica il torrone o specialità simili: cupeta in Salento e Calabria, copata a Siena (per indicare un croccante dolce a forma di disco sottile), copeta in Campania, dove il torrone viene regalato anche durante la festività dei morti. Questo avviene perché l’antico mito racconta che la notte dall’1 al 2 novembre, i defunti tornano per qualche ora sulla terra a trovare i propri cari e così i vivi dovevano preparare per loro il dolce di benvenuto che è appunto la cupedia.
C’è poi l’inserimento in questa storia degli Arabi o Saraceni, popolo nordafricano di religione islamica, che ha conquistato la Sicilia tra l’800 e il 900, i quali hanno fatto conoscere ai siciliani molti dolci, fra cui il cannolo e la cubbaita, dolce tutt’ora presente, il cui nome deriva direttamente dall’arabo qubbiat che significa precisamente mandorlato o torrone, preparato con miele riscaldato e lavorato e frutta secca.
In Sicilia attualmente oltre al termine cubbaita ce n’è un altro, giuggiulena ed entrambi i termini stanno a confermare che il torrone (nome arrivato più tardi) è stato introdotto nell’area mediterranea e poi progressivamente in tutta Italia e in Spagna grazie agli Arabi.
Nulla vieta che in qualche territorio già occupato circa duemila anni fa dalle legioni romane si sia continuato a realizzare la cupedia, ed avendola poi trovata gli Arabi che già nel Settecento avevano conquistato nel Vicino Oriente parecchi territori, magari a Bagdad dove c’era il Califfato più ricco e raffinato, sia stata dai cuochi arabi elaborata nella qubbiat, nome molto simile a cupedia e, grazie a loro l’antico dolce, elaborato e raffinato, è tornato in Sicilia, poi a Roma e in tutta Italia. Ma non è finita. Si racconta che a lanciare definitivamente in Italia il torrone – chiamato in Veneto anche mandorlato per la presenza delle mandorle (o anche nocciole, meno pregiate) – sia stato il cuoco che ha preparato il pranzo di nozze di Bianca Maria Visconti con Francesco Sforza, avvenuto il 25 ottobre 1441, In tale occasione questo dolce a base di miele e mandorle e altra frutta secca sembra abbia riprodotto la grande torre civica di Cremona, il Torrazzo, da cui il termine torrone. Un semplice dolce presente in questo periodo natalizio in tutti i negozi di dolci e nei supermercati ha alle spalle una storia davvero straordinaria che vede interessati i Romani, gli Arabi e poi le cucine signorili del Medioevo sia in Italia che in Spagna, per giungere fino a noi, dopo l’approvazione dei signori di Milano Francesco Sforza con la moglie Bianca Maria Visconti.
Pur in tempi di grandi e veloci cambiamenti è molto importante, anche sotto il profilo storico e culturale, conservare questo dolce che ha vinto da gran signore l’esame del tempo ed è degno di essere presente sulle tavole natalizie, al pari del Panettone milanese e del Pandoro veronese, per festeggiare un evento successo oltre duemila anni or sono che ha cambiato la storia dell’umanità.