Tragedia di Dakka, Bottoli in difesa del Made in Italy
| Clara Milanese |
A poche settimane dalla tragedia di Dakka, in cui 9 connazionali (alcuni di loro appartenenti al mondo del tessile e dell'abbigliamento, che si trovavano lì per lavoro), sono stati uccisi dai miliziani islamiti dell'Isis, il Presidente del Sistema Moda Italia Confindustria Veneto Roberto Bottoli ha voluto scrivere una lettera a sostegno del Made In Italy. Nel suo intervento Bottoli si interroga sulle cause che hanno spinto tantissimi imprenditori ad affrontare i rischi dell'attività all'estero e si chiede se non ci sia alcun rimedio per rallentare questo trend regressivo.
"Le carenze del Sistema Italia le conosciamo bene: il costo del lavoro che raggiunge valori spropositati; la burocrazia asfissiante e la pubblica amministrazione ostile; la tassazione esagerata; l’abbandono culturale dei valori della tecnica e del lavoro manuale; la sudditanza a normative imposteci dall’Europa che non valorizzano il “Made In” ", spiega il Presidente nella lettera.
"Non c’è nessun rimedio? - continua poi - Dipenderà un po’ anche da noi e dal nostro operare. Possiamo contare su una secolare abilità manifatturiera, sulla nostra creatività, sulla nostra cultura e, mi auguro, ancora sulla nostra “voglia di fare”; tutti valori racchiusi in quel “Made in Italy” che nonostante gli oltraggi subiti, ha ancora un formidabile appeal nel mondo."
Quello di Bottoli è una sorta di appello a tutti coloro che contribuiscono a creare e diffondere il Made In Italy, società e politica comprese. Secondo lui infatti, la cosa importante ora è far passare il messaggio che "Il valore essenziale è il lavoro e il lavoro non è un’entità astratta, non si crea con decreti ma è il frutto della salute delle imprese".