A Treviso va all'asta il miglior vino al mondo del 2023: ecco le cifre per una bottiglia
Trenta pregiati lotti di vini italiani e francesi tra i quali ne spicca uno citato dal Carducci a fine Ottocento
| Isabella Loschi |
TREVISO - A Treviso il miglior vino del mondo del 2023 va all’asta. Le cifre per accaparrarsi una bottiglia sono da capogiro. In un territorio in cui la cultura enologica è profondamente radicata, il vino diventa a tutti gli effetti un bene rifugio che, a differenza di altri pleasure asset, gode di una performance finanziaria solida: per questo la casa d’aste trevigiana Aste33 organizza da giovedì 21 a lunedì 25 marzo un long weekend dedicato al “nettare degli dei”, con la vendita telematica di 30 lotti pregiati.
Accanto al Brunello di Montalcino Docg 2018 Argiano, eletto dall’autorevole rivista americana Wine Spector “Miglior vino al mondo del 2023”, all’asta anche due bottiglie di Champagne Krug (annate 1995 e 1996), la prima e unica Maison de Champagne a produrre ogni anno sin dalla sua fondazione nel 1843 soltanto Champagne de prestige. La base d’asta è di 700 euro. Vasta la scelta di champagne di altre case produttrici francesi,, così come quella dei vini delle etichette nazionali, tra le quali spicca una bottiglia magnum di Brunello di Montalcino Docg 2018 Argiano, il miglior vino al mondo del 2023 secondo Wine Spectator.
Le aste del vino attraggono investitori, ristoranti di pregio e semplici appassionati, che ben sanno che i fattori da considerare all’acquisto sono molteplici: dietro alla rarità delle annate ci sono spesso eventi legati all’esclusività e alla storia di un vino. “È il caso – spiega Gianluca De Stefani, cofondatore di Aste33 e responsabile dell’area mobiliare- del Brunello di Montalcino Docg 2018 Argiano, eletto miglior vino al mondo del 2023 dalla rivista americana Wine Spectator, che avremo all’asta a partire da 140 euro: citata dal Carducci a fine Ottocento, Argiano è una proprietà con 57 ettari di vigneto, di cui quasi 22 destinati al Brunello e 10 al Rosso di Montalcino. La sua storia, lunga oltre 500 anni, s’intreccia indissolubilmente con quella di Montalcino”.