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19 aprile 2024

Tutti in fila

Categoria: Altro - Tags: Savno, Poste

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Emanuela Da Ros | commenti |

Ho iniziato l'anno facendo(mi) la coda.

Non la coda di cavallo. La coda di gente.

Poi si dice che la solitudine è una condizione esistenziale tipica dell'uomo contemporaneo...Balle: non è vero niente.

L'uomo contemporaneo fatica a stare solo anche al bagno. Io, per esempio, quando sono in bagno (per una pipì, una doccia o una simile amenità) non sono quasi mai da sola. Poiché la porta del bagno, non si sa in virtù di quale fuoco d'artificio causale, è priva di chiavi, capita spesso che venga aperta all'improvviso: da mio figlio, da una delle sue amiche che sta cercando impellentemente un assorbente igienico, dal coniglio James, che ha imparato a graffiare la porta finché questa non si spalanca. Per evitare di espletare i bisogni di fronte a un pubblico assortito, di solito aspetto a fare pipì quando sono usciti tutti. E' allora che - in genere - suona il citofono. O il telefono fisso.

Questo per dire che, da soli, è difficile stare. E che ho iniziato l'anno in compagnia di così tanta gente da togliere il respiro. Gente sconosciuta, per lo più.

Il due gennaio sono dovuta andare in posta e mi sono trovata a una specie di ricevimento: 40 o 50 persone mi si stringevano intorno. Credevo volessero abbracciarmi, farmi gli auguri, manifestarmi un segno d'affetto. Mi sbagliavo: erano tutti curiosi di vedere che numerino avevo in mano, per sapere se venivo prima o dopo. Alle Poste avevere un numerino in mano non ti dà un'identità, ti classifica, ti quantifica, ti mette in competizione numerica con gli altri, ti fa sentire una priorità o una sfigatissima ultima arrivata.

Dopo le poste sono stata al supermercato. Durante il passaggio dal vecchio al nuovo anno, la gente doveva aver esaurito le provviste: alle casse c'era una fila di gente lunga dalle prealpi al mare. Il bagno di folla mi ha inebetita un po', così - ossigenarmi - sono andata alla Savno a prendere quei sacchetti delle scoazze che mancavano da, boh, due settimane. Anche alla Savno c'era il numerino da prendere: avevo il 18. Peccato che la conta delle prenotazioni per lo sportello fosse ferma al 75. Morale? Avevno una trentina di persone davanti a me. Tutte in fila sparsa.

Mi sono defilata: tre code al giorno sono un fardello troppo oneroso da sostenere. Sono uscita dalla Savno, sono entrata in macchina e.

E mi sono trovata in coda al semaforo. Rosso, come il tramonto (della speranza).

Per fortuna (lieto fine) quando sono arrivata a casa non ho rovato nessuno. Mentre mi dirigevo (di corsa) verso il bagno ho notato solo una minuscola coda fuori dalla porta perennemente aperta: quella di James, il coniglio!

 



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