UN INDUSTRIALE CONTRO LA LEGA
Il titolare della Came afferma che i leghisti non sanno governare mettendo a rischio lo sviluppo economico e facendo credere che i trevigiani siano tutti razzisti
| Laura Tuveri |
TREVISO - “La Lega non sa governare riesce solo ad alimentare malumori e rancori, in una sorta di campagna elettorale permanente”. Se affermazioni tali fossero state pronunciate da qualche politico o amministratore, o da un semplice cittadino, la cosa sarebbe passata quasi inosservata, ma se a scriverle, in una lettera aperta pubblicata da un quotidiano, è un industriale il discorso cambia.
In monti plaudono alle parole di Paolo Menuzzo, il titolare della Came di Casier. Lo fa candidata del Pd alle elezioni provinciali, Floriana Casellato (nella foto), sindaco di Maserada, che afferma che se dalle imprese arrivino tali segnali è un fatto su cui riflettere.
"Non arruolo nessuno tra i miei sostenitori - ha detto Casellato - ho troppo rispetto per banalizzare in senso elettorale. Ma colgo nelle parole di Menuzzo un disagio che finalmente esce allo scoperto con chiarezza. E sono queste le questioni a cui voglio dare una risposta ed una soluzione come presidente di una provincia che è stata leader nella crescita economica e che oggi, per colpa della politica piccola e senza prospettive della Lega, tutta piegata a conservare i posti di potere, si sta impoverendo tornando ai livelli di reddito di oltre dieci anni fa".
Secondo l’antagonista principale di Muraro alle prossime elezioni provinciali del 15 e 16 maggio, “Per competere, per essere vincenti, per dare un futuro alla nostra economia e rilanciare il benessere diffuso serve altro rispetto all'isolazionismo poco colto della Lega, al suo culto del localismo come tratto etnico, che è altra cosa dall'identità. Hanno trasformato questa provincia in un idolo della chiusura xenofoba, dell'economia del baratto clientelare, dell'isolazionismo scioccamente fiero”.
Secondo il sindaco di Maserada serve, invece, “un'idea di territorio, una idea di sostegno alle imprese, di crescita dei percorsi di qualificazione scolastica e professionale, una idea di rapporti con i mercati esteri, di valorizzazione anche della forza lavoro immigrata. La bandiera della padania - ha concluso Floriana Casellato - serve per fare da tovaglia ai pic nic a Pontida. Muraro e la Lega sono il vecchio che ci zavorra e un sistema di potere che oramai ha occupato tutto gli spazi senza dare risposte vere ai reali problemi di questo territorio".
Anche Paolino Barbiero, segretario generale della Cgil provinciale di Treviso prende posizione in favore dell’industiale trevigiano. "La Lega danneggia il sistema economico? Dirlo e lamentarsi non basta, bisogna avere il coraggio di proporre le alternative. E quanti sono gli imprenditori che la pensano come lui? E per quanto si resterà ancora a sopportare in silenzio il vuoto di idee e iniziative che ci sta penalizzando? E' una buona cosa che finalmente il sistema economico non si accontenti più dell'ombrello leghista senza rendere evidente come certe posizioni e certe politiche non solo non servano, ma siano anzi controproducenti e non favoriscano il territorio trevigiano”.
Secondo il sindacalista ora che un varco è stato aperto “è urgente che la politica sappia cogliere, oltre gli opportunismi, questi segnali di disagio profondo. Ma da parte della classe degli imprenditori oggi serve il coraggio di rappresentare un insieme di intelligenze avanzate, in grado di contribuire alla costruzione di una proposta programmatica che vada ben al di là dell'agire vuoto della Lega, una politica fatta solo per slogan".
"Se davvero le posizioni di Menuzzo sono maggioritarie in sede confindustriale - ha concluso Barbiero - occorre superare i timori legati dall'occupazione del potere e del territorio da parte della Lega che si accontenta delle sue rendite di posizione e del controllo del territorio, ma questa provincia si merita di più. Merita, innanzitutto, di essere guidata da uomini e donne coraggiosi, votati al progresso, non succubi del sistema".
Luca De Marco, coordinatore provinciale di Sel Sinistra ecologia libertà, definisce “Parole sante”, quelle di Paolo Menuzzo, industriale e consigliere di Confindustria regionale, sulla Lega e sul Veneto. Menuzzo che se l'è presa anche coi discorsi di chiusura e razzismo dei leghisti che fanno pensare che i trevigiani siano tutti leghisti e razzisti gli italiani e al resto del mondo.
“L'immagine del Veneto e dei veneti è infatti da anni sporcata e infangata da biechi personaggi politici che hanno poco a che fare con il mondo occidentale del 2011. Certamente la Lega e il leghismo costituiscono una palla al piede per chi si confronta su un panorama più ampio della propria ristretta cerchia o paese” afferma l’esponente del partito di Vendola che pensa che prima o poi si dovrà cercare di quantificare quanto danno, anche economico oltreché sociale e civile che la Lega ha prodotto al territorio.
“Sempre con la scusa di difenderlo, certamente, ma senza mai dimostrare la capacità di saperlo fare davvero e non solo gridando contro presunte invasioni o invocando i boia ad ogni fatto di cronaca. L'ascesa impetuosa della Lega nel nostro territorio – afferma De Marco - ha significato uno scadimento della qualità della classe politica e della categoria degli amministratori, la sostituzione della politica con gli slogan feroci e le battute truculente, la creazione di un blocco di potere non meno clientelare e anzi più autoritario di quello dei tanti criticati democristiani. L'affermarsi del leghismo ha coinciso con il venir meno della spinta propulsiva del modello veneto e trevigiano".
Secondo l'esponente di Sel "La Lega non ha alcun strumento per dare una via di uscita dalla situazione di difficoltà del nostro sistema. Non a caso, la soluzione miracolistica alla quale devotamente i leghisti chiedono di affidarsi è l'avvento del federalismo, calato dall'alto grazie a Roma dove la Lega fa il cane da guardia di Berlusconi e soci in cambio dell'amata riforma”.
Secondo De Marco ora si deve cambiare ottica e, soprattutto, "si deve considerare la Lega non l'espressione del nostro territorio, ma un corpo estraneo, una specie di pericoloso virus altamente infettante, che ha invaso quasi totalmente un organismo comunque sano, nonostante qualche acciacco, e lo sta via via trasformando in qualcos'altro, un qualcosa di profondamente malato e perciò dalle ridotte capacità, sia motorie che intellettive che sociali”.