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20 aprile 2024

Conegliano

A Vazzola l'acquavite che ottiene ricavi per 15,25 milioni

Raddoppiata la quota esportata che vale circa il 15% del fatturato. La Castagner in crescita dell'11%

| Gianandrea Rorato |

| Gianandrea Rorato |

A Vazzola l'acquavite che ottiene ricavi per 15,25 milioni

VAZZOLA - L'azienda dei distillati Acquavite Spa, proprietaria del marchio Castagner, di Vazzola (Treviso) ha chiuso l'anno fiscale al 30 giugno con ricavi per 15,25 milioni, in crescita dell'11% sul precedente esercizio, grazie anche ad un raddoppio della quota esportata che vale circa il 15% del fatturato.

Il canale della ristorazione e della ricettività alberghiera, in cui sono venduti i prodotti di fascia alta, per la società "è tornato ai livelli pre-Covid e cioè intorno al 40% del business totale, a fronte di un 30% registrato nell'anno dello scoppio della pandemia". Per il fondatore e presidente, Roberto Castagner, il risultato riflette "i frutti del lavoro che abbiamo svolto all'estero in questi anni proponendo una grappa un po' più morbida che incontra i gusti della clientela internazionale".

Sul fronte degli investimenti, la decisione di aumentare la quota di fatturato destinata alla ricerca e allo sviluppo di nuovi prodotti è una scelta che fa parte del dna della Distilleria Castagner. «Abbiamo capito - spiega Giovanni Castagner, responsabile del controllo di gestione dell’azienda - che l’innovazione continua e l’analisi delle nuove tendenze di mercato per anticipare le richieste dei consumatori sono i nostri punti forti.

Il più grande sforzo che abbiamo fatto quest’anno è stato, non solo studiare il lancio di nuovi prodotti, ma creare una strategia di comunicazione ad hoc, ad esempio per la nuova Grappa Prosecco ICE, con una campagna di comunicazione dal forte carattere digitale, un claim accattivante - #godilaghiacciata - e un tour, partito un mese fa, nei locali più alla moda del Nordest. La vera sfida è stata trasmettere un nuovo modo di bere la grappa e cioè sotto zero. I nostri investimenti, inoltre, sono stati impiegati per razionalizzare i consumi investendo in energie alternative, quindi impianti fotovoltaici e valorizzazione delle bucce d’uva esauste quali combustibile per la produzione di energia».

 


| modificato il:

Gianandrea Rorato

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