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05 maggio 2024

Montebelluna

Veneto Banca: Consoli lascia, nominato Carrus

Divorzio consensuale con l’istituto da parte del direttore generale

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Veneto Banca: Consoli lascia, nominato Carrus

MONTEBELLUNA - Il direttore generale Vincenzo Consoli (in foto a sinistra) lascia Veneto Banca risolvendo consensualmente il rapporto di lavoro con l'istituto di Montebelluna. Al suo posto, si legge in una nota, il cda ha nominato Cristiano Carrus (a destra), attuale vicedirettore generale vicario e direttore finanziario, a cui si affiancherà Michele Barbisan, in qualità di vicedirettore generale vicario.

Consoli e Veneto Banca, spiega la nota, "dopo aver elaborato la strategia volta alla trasformazione in SpA, alla delega all'aumento di capitale e all'avvio della procedura di quotazione in Borsa, rendono noto di aver concordato di anticipare il momento per una successione al vertice del Gruppo, sciogliendo l'attuale rapporto di lavoro".

 

Consoli, da 27 anni dipendente dell'istituto, ha scritto una lettera ai dipendenti per ringraziarli al termine di "un'avventura che non ha perso il suo sapore nemmeno nei momenti di maggiore difficoltà". "Abbiamo dimostrato - spiega Consoli - capacità di tenuta impensabili anche negli ultimi tre anni, quando il perdurare della peggior crisi che l'Italia abbia conosciuto da quasi un secolo ha scosso dalle fondamenta l'attività industriale e di conseguenza quella bancaria"

Consoli, fino al 2014 amministratore delegato di Veneto Banca, ha accettato "la posizione di direttore generale per accompagnare l'azienda nel complesso passaggio del rafforzamento patrimoniale necessario a farci entrare in Europa". Ma ora, aggiunge, "lo scenario è ulteriormente cambiato" con la legge che impone alle popolari la trasformazione in spa "ed io, in questo nuovo mondo faccio fatica a riconoscermi".

La legge "annulla con un tratto di penna una storia più che centenaria, disconoscendo la funzione essenziale che il credito cooperativo ha svolto nell'accompagnare la crescita e lo sviluppo di aree del Paese per lungo tempo depresse, marchiando come obsoleto un modo di fare banca il cui successo è stato proprio nell'essere vicino e compartecipe del territorio". 

"Continuare a rimanere al timone della banca potrebbe dover significare difendere la validità di scelte che ho sempre avversato. Poiché ciò non è per me pensabile, ritengo coerente e doveroso, prima di tutto per me stesso, fare un ulteriore passo indietro".

 

Consoli, assieme al vecchio cda di Veneto Banca, era finito nel mirino di Bankitalia, che al termine di un'ispezione condotta nel 2013 aveva comminato al consiglio una multa per complessivi 2,7 milioni di euro. Dalla relazione ispettiva, che stigmatizzava episodi di cattiva gestione del credito, nel 2015 è scaturita un'inchiesta della Procura di Roma che è costata a Consoli l'iscrizione nel registro degli indagati per ostacolo all'attività di vigilanza.

 


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