Veneto Banca: Consoli condannato a 4 anni
I Pm avevano chiesto 6 anni di reclusione. Imputato di falso e ostacolo alla vigilanza, per l'aggiotaggio il reato si è prescritto
TREVISO - E' durato 33 udienze, sviluppate in una decina di mesi, e oggi il processo di primo grado per il crac della ex banca popolare Veneto Banca, di Montebelluna (Treviso) si è chiuso con una condanna a quattro anni di reclusione per l'unico imputato, l'ex amministratore delegato Vincenzo Consoli. Il top manager era accusato di falso in prospetto, ostacolo all'attività dell'autorità di vigilanza e aggiotaggio, capo d'imputazione, quest'ultimo, che nel frattempo però è andato in prescrizione. Veneto Banca, contemporaneamente alla ex Banca Popolare di Vicenza, fu liquidata per decreto il 25 giugno 2017, assieme al trasferimento degli asset profittevoli a Intesa Sanpaolo, istituto che permise, assorbendo le reti, di far proseguire l'attività degli sportelli senza interruzioni.
Nel default di Veneto Banca circa 80 mila risparmiatori, di cui circa 600 oggi parti civili al processo, videro azzerati i valori di azioni e obbligazioni. Consoli, sempre descritto come unico "dominus" dell'istituto e in grado di condizionare le scelte dei Consigli di amministrazione, è in sostanza ritenuto il solo responsabile dei meccanismi di alterazione dei bilanci volti a giustificare i valori dei titoli, alla fine risultati privi di fondamento. Avrebbe anche operato in modo da ostacolare le ispezioni di Banca d'Italia e Consob. Per i pubblici ministeri, il procuratore facente funzione, Massimo De Bortoli, e Gabriella Cama, Consoli avrebbe dovuto essere condannato alla pena di sei anni di reclusione, ritenendo le circostanze aggravanti prevalenti per la "scarsa collaborazione".
Il difensore Ermenegildo Costabile ne aveva chiesto l'assoluzione, per l'insussistenza dei capi d'accusa o, in subordine, perché gli stessi non costituiscono reato. Consoli, nella lettura del proprio legale, sarebbe cioè stato sottoposto a un trattamento "particolarmente aggressivo" da parte degli ispettori di Banca d'Italia, soprattutto per essersi opposto al disegno di fusione di Veneto Banca con la Banca Popolare di Vicenza. Oggi il Tribunale ha anche disposto la confisca a favore dello Stato del patrimonio personale di Consoli, fino a 321 milioni di euro, e l'interdizione per cinque anni dai pubblici uffici, più la liquidazione di una provvisionale per le parti civili, Banca d'Italia, Consob e altre non istituzionali. "Una sanzione così bassa - ha detto Costabile, annunciando appello - ha un significato particolare e potrebbe essere una soluzione di compromesso, ma non ci appaga".
(di Gianni Favero)