Videogiochi all'impazzata. Insieme al Coronavirus
Due miliardi e mezzo di giocatori al mondo. Nel nostro Paese aumenta il numero dei giovani nei tempi liberi della didattica a distanza. Giovedì nel mercato italiano la nuova Playstation.
TREVISO - Due miliardi e mezzo abbondanti. Tanti sono i “gamer”, gli appassionati di videogiochi nel mondo. Intanto giovedì prossimo sbarcherà in Italia la Playstation 5; mentre dal 10 novembre è già pronto per il videogioco l’"Xbox Series X" di Microsoft. Americani e giapponesi si sono gettati a capofitto su un mercato che il lockdown pandemico ha ulteriormente e prevedibilmente ampliato. Al punto che l’Organizzazione mondiale della sanità è arrivata non solo a giustificare ma a consigliare: “Play apart together” (“Giocate insieme purché separati"). I “tempi morti” della didattica a distanza si stanno dilatando e il gioco virtuale è il diversivo al quale gli studenti delle superiori spesso e certamente anche volentieri ricorrono.
Con tutti i pro e i contro di cui abbiamo parlato con Oscar Miotti, psicoterapeuta di Castelfranco veneto, già vicepresidente dell’Ordine regionale veneto degli psicologi. I numeri infatti, bisogna dirlo, un po’ di impressione la suscitano: “L’impennata durante il lockdown è stata enorme. Ci sono sicuramente degli aspetti positivi riguardo questi giochi, che rivestono una grande attrattiva per i ragazzi per la grande definizione delle console”.
Di positivo c'é che intanto trattengano in casa i ragazzi nel picco della seconda ondata del contagio…
Trovandosi meno spesso dal vivo si incontrano in queste Piazze virtuali dove oltre a giocare e a provare le proprie abilità possono contemporaneamente chiacchierare tra loro.
Non si corre però anche qualche rischio?
Quello della dipendenza innanzitutto: i ragazzi non si staccano dal gioco, rimanendovi anzi incollati per molte ore. E allora succede che i genitori spesso si rivolgano spesso agli psicologi e ad altri esperti per capire come fare a staccare i loro figli dal gioco on-line
Quali sono i meccanismi che favoriscono il permanere dei ragazzi per così tanto tempo davanti a gli schermi dei giochi on-line?
Sicuramente quelli legati al Sistema dopaminergico: il fatto che giocare suscita piacere e si tende a ripetere ciò permette di provarlo. Un altro elemento è la competizione e quindi poter avere successo sugli altri.
Trascorrono ore isolati…
Il gioco on-line, per le sue caratteristiche, permette appunto la dissociazione: la persona entra in un realtà che è diverso rispetto a quella nella quale sta vivendo. Talvolta immergersi in un mondo altro permette di fuggire da una ordinarietà nella quale le cose si raggiungono passo passo e con fatica
Mentre nel gioco on line tutto è più a portata di mano
Sì, anche se nel videogioco si deve dimostrare di possedere delle capacità, si possono raggiungere con immediatezza obiettivi e vittorie.
Che fare?
Ormai è assodato che inutile proibire. E’ più importante gestire questa attività dei nostri figli, concordare con loro dei tempi e aiutarli ad accettarli.
Magari anche mantenendo contatti e relazioni con il mondo non virtuale…
E’ fondamentale mantenere attività che comportino contatti relazionali, anche in questa epoca in cui si invitano le persone a stare in casa ed evitare contatti. In realtà esistono delle modalità di incontro di tipo tecnologico che non implicano la mediazione con un gioco che è una forma di intrattenimento data da altri.
Ad esempio?
Ci si potrebbe dedicare ad attività relazionali seppure a distanza