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16 aprile 2024

Nord-Est

Vietato l'ingresso ai giornalisti in Municipio

Il provvedimento (senza precedenti) del sindaco di Padova

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

Vietato l'ingresso ai giornalisti in Municipio

Massimo Bitonci

PADOVA - Prima ha vietato a dirigenti e dipendenti comunali di parlare con i giornalisti. Poi - per non farli nemmeno cadere in tentazione -  ha chiuso le porte del Municipio

Il sindaco di Padova Massimo Bitonci, attraverso un disciplinare ad hoc, ha vietato l’ingresso a Palazzo Morioi a cronisti, fotoreporter, e operatori televisivi. Il motivo? “Assicurare - si legge nella nota inviata dall’amministrazione alle redazioni - un accesso regolare e ordinato” agli organi di stampa.

In municipio i giornalisti potranno accedere solo durante le conferenze stampa, che saranno comunicate con un calendario. In quel caso i cronisti potranno mettere piede al palazzo ma solo lasciando in portineria un documento e ricevendo in cambio un apposito badge.

 

La novità ha suscitato lo sconcerto dell’Ordine del Giornalisti del Veneto. “Questa mattina, sulla base di un provvedimento emesso la scorsa settimana, è stato vietato l'accesso a palazzo Moroni ai cronisti, impedendo loro di svolgere il proprio lavoro, cioè informare i cittadini di quanto accade nelle sedi in cui vengono amministrati i beni pubblici”, fa sapere in una nota il Consiglio regionale dell'Ordine che auspica “che i vertici della politica veneta, e in primis il presidente della Regione, Luca Zaia, da sempre attento e rispettoso della libertà di stampa, si esprimano su quanto sta accadendo in una delle principali città del Veneto, dove il sindaco, Massimo Bitonci, ha deciso di consentire la libertà di cronaca soltanto "su invito" e nel corso delle conferenze stampa. Una "censura" decisa, peraltro, senza alcuna motivazione: un segnale preoccupante -commenta l’Ordine - per quanti credono ancora nel diritto dei cittadini, costituzionalmente riconosciuto, di poter essere informati in maniera libera e completa”.

 

A insorgere contro il disciplinare, anche gli esponenti del Movimento 5 stelle di Padova. “Palazzo Moroni non è la cassaforte dei panni sporchi di Bitonci – ha dichiarato il capogruppo M5S in consiglio regionale, Jacopo Berti – è la casa dei padovani, da molto prima che l’ex sindaco di Cittadella la occupasse. Mi chiedo che cosa avrà mai da nascondere Bitonci con questa mossa – prosegue Berti – queste situazioni ci ricordano perché l’Italia è al 77esimo posto per la libertà di stampa”.  

“Il sindaco deve capire che ci sono delle cose che non gli sono consentite – gli fa eco la consigliera comunale Francesca Betto - da quando ci siamo insediati ci battiamo in tutte le sedi per avere maggiore trasparenza in comune a Padova faremo un esposto per far fermare questa agghiacciante iniziativa. Prima il bavaglio alle istituzioni poi anche all'informazione”. 


Il consigliere comunale Giuliano Altavilla parla infine di “paura e delirio a Padova, il sindaco perde i pezzi, si sente accerchiato e inizia ad azioni di panico la prossima iniziativa sarà quella di far palare i propri consiglieri solo in playback. Fino a che punto dobbiamo arrivare prima che i moderati di Padova dicano di averne abbastanza di Re Sole Bitonci?”.

 

I disciplinare del sindaco, firmato dal segretario generale Lorenzo Traina, ha suscitato malumori anche tra la maggioranza. Non tutti infatti erano d'accordo con la scelta di Bitonci, che ha preso un'iniziativa senza precedenti.

 



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Stefania De Bastiani

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