VIOLENZA SESSUALE: CONDANNA A 6 ANNI E MEZZO
Luca Fenato è stato condannato per stupro e sequestro di persona
| Milvana Citter |
CAERANO SAN MARCO – Aveva cercato di violentare l'amica dopo un coca party, condannato a 6 anni e 6 mesi di reclusione, Luca Fenato, 38 anni. Ieri l'ultimo atto del processo che lo vedeva imputato di violenza sessuale e sequestro di persona. Dopo aver cercato di abusare della vittima, infatti, secondo l'accusa il 38enne avrebbe segregato la donna in uno sgabuzzino per cinque ore.
La sentenza a carico di Fenato è stata emessa ieri, dal collegio dei giudici del tribunale di Treviso che hanno condannato il giovane anche al pagamento di 12 mila e 600 euro, come risarcimento danni e costituzione parte civile per la vittima.
I fatti risalgono al 22 luglio del 2007, in una serata estiva che Fenato e la ragazza avevano trascorso insieme ad alcuni amici ad una sagra paesana. Poi, quando ormai erano notte, la decisione della coppia di spostarsi a casa del 38enne per sniffare insieme un po' di cocaina. E proprio lì, secondo quanto dichiarato dalla ragazza, Fenato si sarebbe improvvisamente avventato su di lei pretendendo un rapporto sessuale. Al rifiuto della giovane, l'uomo l'avrebbe scagliata violentemente sul divano immobilizzandola con una mano mentre con l'altra le avrebbe strappato i pantaloni e l'avrebbe palpeggiata nelle parti intime.
Subito dopo, ha raccontato la giovane in aula, Fenato le aveva sottratto il telefono cellulare e l'aveva rinchiusa in uno sgabuzzino dalle 2 alle 7 del mattino. Cinque interminabili ore durante le quali l'amica lo avrebbe implorato di lasciarla andare.
L'imputato, che si è sempre dichiarato innocente ha respinto ogni accusa smentendo la ricostruzione della donna, così come ha fatto una testimone che, in aula aveva dichiarato: «Si è inventata tutto per giustificare il ritardo con cui era tornata a casa. Me lo ha confessato lei». Ma i giudici hanno creduto alla vittima, ritenendo il suo racconto credibile e condannando il 38enne ad una pena di 6 anni e 6 mesi. Il pubblico ministero Barbara Sabattini aveva chiesto una condanna a 8 anni.
«Ricorreremo in appello non appena saranno depositate le motivazioni della sentenza – spiega l'avvocato Paolo Pastre, difensore di Fenato -. Abbiamo dimostrato in aula le molte incongruenze del racconto della presunta vittima, che ha cambiato versione rispetto alla denuncia, a cominciare dal fatto che quella sera è stata lei a chiamare il mio assistito e a chiedergli un incontro. Così come sono molte le incongruenze sugli orari della serata, come abbiamo dimostrato con una perizia tecnica effettuata sui telefoni cellulari».
Sentenza accolta invece con soddisfazione dall'avvocato Paolo Salandin, legale di parte civile: «Finalmente è stata fatta giustizia, anche se in fase processuale la mia assistita si è sentita aggredita e offesa da insinuazioni di ogni genere, ad esempio che avesse usato droga. Frasi tutte disattese dalla corte alla luce della sentenza».