«NESSUN SCIAME SISMICO COME A L'AQUILA»
Gli esperti della regione rassicurano la popolazione intervenuta all'incontro pubblico sui boati
| Claudia Borsoi |
VITTORIO VENETO - «Non siamo in presenza di uno sciame sismico, ma la guardia deve restare alta»: così il geologo della Regione Veneto, Alberto Baglioni, ha precisato alle 500 persone che ieri sera hanno gremito la sala del Victoria Sport&City per l'atteso e richiesto incontro pubblico sul fenomeno dei boati registrati in Fadalto.
Non solo residenti della Val Lapisina, ma anche tanti vittoriesi hanno partecipato all'incontro. Diverse le autorità presenti, dal sindaco di Vittorio Veneto a quello di Farra d'Alpago, dai presidenti della province di Treviso e Belluno ai rappresentanti delle forze dell'ordine, esercito e Vigili del Fuoco, dai tecnici della Regione del Veneto ai geologi del CNR e del CRS di Udine.
Un momento dell'incontro svoltosi per la popolazione
«Abbiamo ottimi elementi per dire che non siamo in presenza di uno sciame sismico collegato ai movimenti di strutture profonde - ha precisato al pubblico il geologo della Regione Alberto Baglioni, riferendosi al fenomeno avvertito ad esempio prima del terremoto de L'Aquila - abbiamo invece ottimi elementi per dire che siamo in presenza di un fenomeno localizzato sul quale dobbiamo ancora indagare molto e che riguarda strati superficiali».
Baglioni ha poi ricordato come i boati del Fadalto siano un fenomeno già registrato in molte zone carsiche italiane. Boati che, tra l'altro, si sono già avvertiti, oltre che sul Fadalto, anche in alcune località bellunesi, come Domegge, un boato e una scossa sono stati sentiti in occasione di un consiglio comunale, e a Perarolo di Cadore: «si presume - ha spiegato - che si trattasse di crolli di cavità carsiche». Per questo nei giorni scorsi in Val Lapisina sono stati eseguiti dei sopralluoghi anche aerei che hanno dato esito negativo.
I boati, è stato spiegato, altro non sarebbero che la manifestazione acustica delle vibrazioni registrate dalla micro-rete di sismografi, sette, che dallo scorso 26 gennaio tengono monitorata l'area del Fadalto.
Una rete che ha permesso ai tecnici del Centro Ricerche Sismologiche di Udine di quantificare e localizzare il fenomeno. «Ad oggi - ha spiegato il dott. Bragato del CRS - sono state registrate circa 200 scosse. Dopo un rallentamento del fenomeno, c'è stata una piccola impennata martedì 8 febbraio quanto di sono registrate alcune scosse, le più potenti ad oggi». Potenza che non ha però mai superato una magnitudo di 2.
«Il lavoro di localizzazione - ha proseguito Bragato - è in fase di affinamento, ma l'area di massima è stata individuata a cavallo della sella del Fadalto. Si tratta di fenomeni - ha chiuso l'esperto - superficiali, con una profondità che varia tra i 400 e i 500 metri, e in un'area delimitata». Le indagini proseguiranno per le prossime due settimane.
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