«OSPEDALE A RISCHIO DECLASSAMENTO»
Il coordinatore del PDL vittoriese punta il dito contro la gestione leghista della sanità veneta
| Claudia Borsoi |
VITTORIO VENETO - «L'ospedale di Vittorio Veneto rischia di essere declassato, ovvero di avere servizi di diagnosi e cura ridimensionati e di chiudere nei fine settimana, lasciando operativo solo il pronto soccorso».
A mettere in luce «l'ipotesi di riconversione» del nosocomio di Costa è il coordinatore del PDL vittoriese, Roberto Ostinet, ipotesi che, spiega, «è contenuta nella bozza del "piano socio sanitario 2011" elaborata dall'assessorato alla sanità a guida leghista della Regione Veneto».
«Vittorio Veneto - aggiunge Ostinet - non può essere considerato un ospedale di secondo ordine rispetto a Conegliano», un tema, questo, che il PDL, che siede tra i banchi della minoranza, è pronto a portare in sede del prossimo consiglio comunale.
Secondo il PDL l'Ulss 7 nel corso degli ultimi anni si sarebbe già impegnata, rispetto ad altre realtà venete, a rendere strategica e virtuosa la gestione delle due strutture ospedaliere, quella di Vittorio Veneto e quella di Conegliano, specializzando l'una e l'altra in alcune aree, pur mantenendo in entrambi alcuni reparti basilari, come medicina, ostetricia e il pronto soccorso. Vittorio Veneto, ad esempio, ha puntato su oncologia e otorinolaringoiatria, mentre Conegliano si è specializzata nella chirurgia d'urgenza e in traumatologia.
«La nostra Ulss - sottolinea il coordinatore del PDL - è ormai da parecchi anni un'azienda virtuosa con bilancio in positivo o al massimo in pareggio. Invece di adottarla come modello di management sanitario, perchè si chiede un ridimensionamento proprio del presidio di Vittorio Veneto?».
Ostinet punta il dito contro la «gestione leghista della sanità veneta» e precisa che i cittadini vittoriesi «non sono disponibili a nessun sacrificio finchè gli errori organizzativi della sanità leghista veronese non saranno rimediati. L'Ulss 7 per prima riorganizzò i suoi presidi ospedalieri, razionalizzando e chiudendo». Un prezzo, quello di un possibile declassamento del nosocomio vittoriese, che pagherebbe tutta la comunità: «i vittoriesi non hanno scritto "giocondo" sulla testa».