«Salvata da morte certa»
Va in scena una lapidazione: ma è solo uno spot girato a Motta di Livenza
MOTTA DI LIVENZA – “Salvata da morte certa” è il nuovo spot girato da Pakkiano. Abbigliamento irriverente.
Si tratta di un filmato realizzato al deposito Ghiaia Tonon a Motta di Livenza (TV) e incentrato sulla linea di abbigliamento concepita e realizzata a Motta di Livenza (TV).
Il filmato è stato pubblicato nei più diversi canali web, dai social network, facebook in primis, ma anche su Youtube e la nuovissima Cubik TV.
Lo spot è stato completamente autofinanziato con comparse islamiche residenti nell’opitergino-mottense e nel montebellunese.
Una donna islamica, completamente coperta da capo a piedi, si trova in una pietraia. Di fronte a lei una decina di uomini pronti a colpirla con le pietre. Una lapidazione in piena regola, una scena dal sapore biblico che si annuncia drammatica.
Qualcuno però ricorda che la donna «veste Pakkiano». Gli uomini gettano a terra i sassi e inizia un balletto con la bella ragazza bionda che si sfila lo chador e inizia anch’essa a festeggiare con i suoi aguzzini.
La ragazza veste la maglietta Pakkiano con la scritta “Sono ancora vergine”. Quasi a comunicare che il brand occidentale le ha salvato la vita.
«Come recita il nostro slogan – spiega Stefano Cigana, deus ex machina di Pakkiano – il nostro vuole essere un messaggio forte e soprattutto dissacrante. Siamo contro la lapidazione e contro ogni forma di violenza, tanto che chi guarda lo spot può capirlo da subito.
Abbiamo volutamente cercato di creare una scena dalle forti tinte drammatiche, per suscitare pathos in chi guarda questo spot per la prima volta. Vogliamo comunicare un messaggio chiaro: ossia la libertà di potersi vestire come si vuole, liberi da schemi.
La nostra è una linea di abbigliamento volutamente irriverente, come ben sanno i nostri clienti. Una linea moderna, in grado di travalicare i preconcetti e gli schemi.
Con questo spirito abbiamo voluto realizzare uno spot drammatico nello svolgimento, ma volutamente goliardico al termine. Con la chiara intenzione di non offendere e di non prendere di mira nessuna religione né tantomeno nessuna cultura, ma di rimarcare il messaggio di libertà implicita nella nostra linea».
Il video si sta diffondendo proprio in queste ore in maniera virale sul web, a suo modo un piccolo fenomeno dell’imprenditoria locale .