«SENZA RIANIMAZIONE, L'OSPEDALE RIMARRÀ APERTO?»
L'udizione dell'assessore regionale alla sanità non tranquillizza i consiglieri comunali sul futuro del nosocomio di Costa
| Claudia Borsoi |
VITTORIO VENETO - Si è parlato anche del futuro dell'ospedale cittadino in occasione del consiglio comunale di martedì sera. Sul tema sono intervenuti su invito del sindaco Da Re, dopo le ipotesi di chiusura emerse nelle settimane scorse, l'assessore regionale alla sanità, Luca Coletto, e il direttore generale dell'Ulss 7 Angelo Lino Del Favero. Interventi che, tra i banchi delle minoranze, non hanno però allontanato tutti i dubbi.
Sebbene l'assessore Coletto, a più riprese, abbia ribadito come l'ospedale di Vittorio Veneto non rischi la chiusura, ipotesi questa definita da lui stesso «fantasiosa», questo non è bastato per frenare in sala la successiva discussione sulla bozza del piano socio-sanitario regionale. Una bozza, ha precisato Coletto, che prima di diventare ufficiale «deve superare il confronto con i tavoli, passare in giunta e poi essere approvata dal consiglio regionale».
Ed è proprio sulla bozza del piano socio-sanitario regionale che si è soffermato il consigliere del PD Roberto Tonon. «In questa bozza - ha spiegato rivolgendosi all'assessore regionale - non si parla di chiusura, ma è pur vero, se non ho capito male, che si mettono dei paletti per capire chi rimarrà aperto. Si parla di requisiti di sicurezza, di volumi di attività e di unità intensiva. E' previsto dunque se questa è la bozza - ha chiesto Tonon adducendo alla mancanza della rianimazione - , che l'ospedale di Vittorio Veneto abbia le caratteristiche per rimanere aperto?». La risposta al quesito dall'assessore regionale non è però arrivata. Coletto si è limitato a ribadire che «non c'è alcun timore di chiusura, la gestione di questo ospedale è eccellente».
Sulla presenza, ritenuta «fondamentale», della terapia intensiva è intervenuto anche il consigliere di Sinistra Vittoriese, Adriana Costantini. «La nostra rianimazione chiude alle 20 e oggi - ha fatto notare - siamo l'unico ospedale del Veneto di queste dimensioni a non avere una terapia intensiva».
Sulla questione "terapia intensiva" il direttore generale dell'Ulss 7 (in foto) ha fornito ai presenti tutti i dati. «Il problema - ha ammesso - me lo sono posto anch'io, ma una rianimazione a Vittorio Veneto sarebbe una follia. Statisticamente, dopo le 20, la terapia intensiva serve mediamente due volte alla settimana e in questo caso c'è comunque un anestesista presente in ospedale 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Ad oggi - ha aggiunto Del Favero - i numeri non ci sono: avremmo una rianimazione per circa 50 pazienti all'anno con una casistica di uno alla settimana. Sarebbe assurdo avere un equipe a disposizione per un solo paziente». Una posizione questa, ha spiegato il direttore generale, sostenuta anche dal parere di molti medici dell'ospedale: «Lo stesso primario di otorino - ha annotato - ritiene non necessaria la rianimazione».
Diversa l'opinione del consigliere comunale, nonchè primario di Ortopedia del nosocomio vittoriese, Giuseppe Sabadin: «Sarei ben felice di avere una terapia intensiva». «Ritengo cinico il ragionamento che la terapia intensiva servirebbe solo a 41 persone all'anno» ha annotato un'esterrefatta Adriana Costantini. Numeri, questi, che, secondo il consigliere del PD Giuseppe Costa, sarebbero comunque in difetto perchè non contemplerebbero quelle persone in condizioni critiche che vengono direttamente trasportate dall'ambulanza a Conegliano. «Il punto qualificante per mantenere l'ospedale, oltre alla sicurezza, è che sia presente la terapia intensiva» ha ribadito Costa, bozza regionale alla mano.