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17 maggio 2024

Montebelluna

“Parco Bertolini con solo due panchine e giochi rotti vicino alle piscine: il verde va ripensato”

Francesco Marchesin di Italia Viva e Alberto Tessariol di Azione chiedono un nuovo modo di pensare il verde cittadino

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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giochi rotti

MONTEBELLUNA - «La notizia dell’acquisizione di un altro lotto dell’area Tre Pini da parte del Comune, perché possa diventare un nuovo parco pubblico della città, rallegra e ci fa pensare che la direzione dell’agire amministrativo sia orientata nel verso giusto»: esordiscono gli esponenti liberaldemocratici montebellunesi, Francesco Marchesin di Italia Viva e Alberto Tessariol di Azione. «Ci permettiamo di rivolgere un invito agli amministratori per compiere un ulteriore passo in avanti sulla progettualità complessiva delle aree verdi, prendendo spunto dall’ultimo inaugurato, il Parco Bertolini». Ma cosa c’è che non va nel nuovo parco aperto il 14 ottobre 2023 e realizzato nell’area acquistata con 187mila euro di fondi PNRR? «Ad oggi il parco, installate due sole panchine – spiegano -, non sembra offrirsi per essere usufruito da un ampio numero di persone e appare sovente vuoto».

«In tema di progettazione delle aree verdi» puntualizza Francesco Marchesin, Italia Viva «pensiamo necessario configurare gli spazi con l’intento di allargare il numero e il tipo di frequentatori. Migliorarne l’accessibilità e predisporre luoghi per le diverse attività, sportive o di svago, con accorgimenti per la suddivisione degli ampi spazi aperti. Non si tratta di “riempire” i parchi con manufatti o ciò che non serve ma renderli, nel complesso, fruibili dalle persone di diverso genere, età, condizione economica, sociale e culturale». «Per raggiungere tale obiettivo» prosegue Alberto Tessariol, Azione «è necessario, innanzi tutto, individuare una vocazione dello spazio verde in questione e averne cura».

Quindi citano ad esempio l’area comunale di fronte al cimitero, destinata a diventare il “Bosco della Vita”, ospitando un albero all’anno, a simbolo dei nuovi nati di ciascun anno. «Benissimo ma ad oggi e chissà per quanto tempo ancora» prosegue il rappresentante del partito di Calenda «quell’appezzamento rimane inservibile per chiunque. Privo di accesso, sentieri, sedute. Data l’idea espressa, affinché non rimanga una mera iniziativa di facciata, perché indugiare a realizzare un luogo a misura in particolare di mamme e neonati?». Marchesin e Tessariol concludono considerando l’area attrezzata adiacente le Piscine comunali: «Ci sono canestri divelti e giostre usurate e danneggiate, ormai fatiscenti. La proposta, quindi è riconsiderare le aree pubbliche mettendo le basi per una loro organizzazione diversa, che le protegga dall’incuria degli atti vandalici e veda le stesse diversificate tra loro e al loro interno».
 


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