“Siamo responsabili. E non funziona nemmeno la fase uno”. Parole dure quelle della consigliera lombarda Maria Carmela Rozza, che di mestiere fa l’infermiera e in consiglio regionale in Lombardia ha denunciato gli errori fatti in regione sulla gestione del coronavirus. Errori che si stanno ripetendo.

 

“Ci sono stati 11.800 morti, e mi sento responsabile di tutti questi perché io e il mio gruppo abbiamo scelto la strada fino al 20 marzo di non disturbare, di non fare polemica, di non dire ‘state mandando in giro il virus, state sbagliando trasformando tutti gli ospedali in strutture infette”. Inizia così il discorso di accusa di Rozza. “Aevamo le mani ai capelli - dichiara - e io sono responsabile perché non ve l’ho detto. Vi abbiamo mandato una lettera il 3 marzo dicendo di fare ospedali Covid, invece le ambulanze andavano in giro per la Lombardia, e i pazienti venivano trasportati con mascherina chirurgica per le corsie degli ospedali, infettando tutti”.

 

“Si possono commettere errori - precisa Rozza - ma criminale è fare gli errori, non riconoscerli e ripeterli”. “La gente è morta in casa, le persone sono morte da sole, a Cremona, a Bergamo, a Brescia, non sono neanche stati registrate come persone Covid”.

 

“Perché sta ancora morendo tutta gente? - si chiede poi l’infermiera - Perché i malati vengono abbandonati da soli a casa e vengono ricoverati quando non respirano più. - denuncia - I morti ci sono e vuole dire che non funziona neanche la fase uno”. “Una vera ripartenza nasce e si organizza quando sappiamo qual è la situazione della Lombardia. Ora non lo sappiamo”, conclude Rozza, denunciando il fatto che nemmeno ora vengono fatti i tamponi ai medici e al personale sanitario, se non quando hanno 37,5 di febbre. Quando, insomma, il virus si è già manifestato.