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28 dicembre 2024

Treviso

10 ANNI A MOREIRA: È ABBANDONO DI MINORE, NON OMICIDIO

I giudici derubricano il reato di omicidio volontario aggravato in quello di abbandono di minore

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10 ANNI A MOREIRA: È ABBANDONO DI MINORE, NON OMICIDIO

TREVISOSimone Moreira condannata a 10 anni di reclusione per abbandono di minore aggravato dalla conseguenza della morte della piccola Giuliana Favaro. Non accolta la richiesta dell’accusa che aveva chiesto per la 24enne brasiliana la condanna all’ergastolo per omicidio volontario aggravato. Respinta anche la richiesta degli avvocati della difesa che, in subordine all’assoluzione, avevano chiesto una condanna a 2 anni per omicidio colposo. “Mi aspettavo una pena più pesante – ha commentato Michele Favaro, il papà di Giuliana -. Questa sentenza non rende giustizia a mia figlia”.

Dopo tre ore di camera di consiglio, alle 23.22 di ieri sera, i giurati togati e popolari della Corte d’Assise di Treviso hanno formulato la sentenza di condanna nei confronti di Simone Moreira, la 24enne brasiliana accusata di aver ucciso la figlia gettandola nelle acque del Monticano.

La corte non ha accolto le richieste di accusa e difesa ed ha scelto di derubricare il reato di omicidio volontario aggravato del quale era imputata la 24enne, in quello di abbandono di minore sancito dall’articolo 521 del codice penale. La pena prevista in questi casi è di 5 anni, aggravata fino ad 8 anni se l’abbandono provoca la morte del minore e ulteriormente aumentata nel caso in cui sia operato dal genitore. I giudici hanno inflitto a Simone la pena massima prevista di 10 anni, condannandola anche al risarcimento danni nei confronti del padre della piccola 75 mila euro e della nonna, 25 mila euro, oltre al pagamento delle spese processuali.

Giustizia per mia figlia? E’ difficile dire ora se sia stata fatta, ma credo di no – ha commentato a caldo e con la voce rotta dal pianto Michele Favaro -. Credo che dieci anni siano troppo pochi. Mi spiace molto, ero convinto che ci sarebbe stata una pena molto più pesante”. Una condanna che non soddisfa neppure gli avvocati di parte civile Luigi Fadalti e Antonia Boccato: “Siamo solo parzialmente soddisfatti, perché continuiamo ad essere convinti che la signora Moreira sia un'assassina”.

Diversa la posizione della difesa che incassa una vittoria, seppure parziale: “Sei stata assolta, per la corte non sei un'assassina. Sei entrata in quest’aula con l’imputazione di omicidio aggravato, reato sanzionato con l'ergastolo, e ne esci con una pena di dieci anni. Ricorreremo comunque in appello e lì la sentenza non reggerà” ha spiegato Alvise Tommaseo Ponzetta a Simone raggiungendola al telefono a Busto Arsizio.

Il ricorso in appello appare inevitabile per quella che l’altro legale di Simone ha definito “una sentenza minata fin da ora”: “La sentenza tutto sommato è un primo grosso importante gradino che ha superato la Moreira. Ma il fatto di essere condannati per un reato che non ci era mai stato contestato, e cioè l'abbandono di minore, con una condanna oltretutto così pesante, non ci soddisfa perchè riteniamo che la corte avrebbe dovuto metterci nella condizione di difenderci da questa imputazione. Non so spiegarmi più di tanto la ragione di questa soluzione, se non interpretando una grossa situazione di conflitto tra i giurati durante la camera di consiglio".

Una pena pesante che ha sconvolto Simone: “Non se l’aspettava, lei sperava nell’assoluzione perché è innocente e l’ha sempre ribadito” spiegano i coniugi Burigo, la coppia bellunese che sta sostenendo la giovane da quando è stata scarcerata. Sono stati loro a comunicarle la sentenza, al telefono, mentre in aula i giudici la leggevano. “Con due figli piccoli, la prospettiva di passare dieci anni in carcere è tremenda”.

Milvana Citter

 


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