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20 gennaio 2025

Treviso

ALLARME NEL CREDITO ALLE PICCOLE IMPRESE

Rischio chiusura per imprese trevigiane. Associazioni unite chiedono sostegno dalla Regione per finanziare i consorzi fidi alle imprese

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

TREVISO – Presentato questa mattina dalle associazioni trevigiane di rappresentanza dell’artigianato, dell’agricoltura, del commercio e della cooperazione, il documento unitario inviato alla regione Veneto per chiedere risposte concrete e tempestive riguardo la gravità della situazione nel credito alle piccole imprese.

Il tavolo delle organizzazioni all’unanimità si dice preoccupato per l’opinione e la presa di distanza che la Regione ha verso i confidi, che hanno contribuito a ridurre l’incidenza dei costi a carico delle piccole imprese. Ad oltre 250 milioni di euro, per 6.130 aziende, ammontano le fidejussioni in essere, garantite dai confidi, organismi autonomi promossi dalle organizzazioni sindacali, a cui possono aderire soci e non, che hanno consentito a molte aziende di restare sul mercato. «Il problema per le nostre imprese - spiega il presidente di Confartigianato Marca Trevigiana, Mario Pozza - è l’accesso al credito – testimoniato anche da uno studio della Confartigianato nazionale in cui emerge che la provincia di Treviso è quella che ha più difficoltà di accesso al credito - ed il problema di accredito presso le banche, per cui i consorzi fidi sono uno strumento che da oltre 60 anni sostiene le piccole imprese che si rivolgono al mondo bancario. In un momento come questo in cui l’andamento dell’economia nella provincia di Treviso parla di decremento, i confidi sono necessari, per far sopravvivere le piccole imprese».

Rappresentanti associazioni dell'agricoltura, dell'artigianato, del commercio e della cooperazione di Treviso

La mancanza del sostegno da parte della Regione, sostengono le associazioni unite, negli ultimi due bilanci del capitolo impresa va a pesare nel poter sostenere quello che migliaia di imprese passano per i consorzi fidi, per questo chiedono alla giunta regionale di rivedere con urgenza gli interventi in materia di confidi. «Il finanziamento del pubblico è molto importante – continua Pozza - noi abbiamo parte dei comuni che ci hanno dato una mano, la provincia e la Camera di Commercio lo ha aumentato, ma l’elemento più importante di questo canale di finanziamento è la Regione, per questo continueremo la nostra pressione per chiedere i finanziamenti ai consorzi fidi». Regione che - accusano le associazioni - per sua scelta politica ha deciso di dare i finanziamenti a Veneto Sviluppo, società promossa dalla regione Veneto e compartecipata dalle banche, a cui però le aziende possono chiedere aiuti finanziari per un minimo di 50 mila euro e i tempi sono troppo lunghi per rispondere alle richieste delle imprese. Gli elementi, di questa “tranched cover”, l’iniziativa di fornitura di garanzie “a pacchetto” della Regione, secondo le associazioni, sono troppo lontani dalle vere esigenze degli imprenditori e poco praticabili. Nel documento presentato, le associazioni chiedono inoltre, che la Regione finanzi tempestivamente i fondi antiusura che rappresentano un ammortizzatore sociale per le imprese in situazioni difficili e che siano pagati i contributi arretrati già deliberati.

«L’accesso al credito tramite i consorzi, è la formula più adatta alle nostre imprese - secondo Guido Pomini, presidente di Unascom-Confcommercio – perché con tassi di interesse più bassi, riesce a costruire un vestito su misura per le aziende e finanziarle su questo, dando un prodotto necessario, adatto al mercato». Se non arrivano nuove risorse e senza finanziamenti alle nostre piccole aziende – dichiarano le associazioni di rappresentanza– vedremo un’uscita significativa del mercato delle imprese, per fine anno.

 


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