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01 settembre 2024

Treviso

AMPUTATO AI 4 ARTI, VA IN MOTO

Marotto, dopo una lunga battaglia, ottiene la patente A

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

AMPUTATO AI 4 ARTI, VA IN MOTO

TREVISO - La passione per la motocicletta è stata più forte della malattia, che 9 anni fa lo ha privato sia delle mani che delle gambe. Oggi Fulvio Marotto (in foto), 45 anni, di Treviso, ha vinto la propria battaglia, riottenendo dalla Motorizzazione la patente A, speciale - la B speciale per l'automobile l'aveva già - che gli permette di guidare la sua moto.

Una storia di ostinazione e di ingegno quella di questo ex carrozziere trevigiano, che a causa di una broncopolmonite trascurata, aveva subito nel 2003 la perdita di tutti e 4 gli arti. Durante la lunga permanenza in ospedale, dove ha lottato per mesi tra la vita e la morte. Ma Fulvio già studiava il sistema per tornare a correre in moto. Il suo, sostengono dall"Associazione Idee in Movimento che promuove le imprese di Fulvio, è il primo caso in Italia di una persona priva di mani e gambe che abbia ottenuto la patente per le moto.

Uscito dall'ospedale si è messo ad inventare e a costruire delle protesi. Parti meccaniche con cui adesso scia, va in canoa, in bicicletta, in auto, in motoslitta. E in moto. In pochi anni è riuscito, collaborando con l’Università di Trieste che lo finanzia, a brevettare la sincronizzazione delle marce, in grado di gestire anche la regolazione della pressione sulla frizione, comportando un rapido cambio di marcia, rendendo la guida più fluida e sicura.

La sua storia ha fatto il giro d'Italia: il disabile che si costruisce da solo gli arti e torna a fare tutto quello che faceva prima è diventato un simbolo. E i suoi brevetti per guidare le moto saranno utili a tutti. Inoltre il suo brevetto prevede un adattatore per l'arto che consente di controllare fino a nove comandi: acceleratore, freni, frecce, fanali, clacson ecc. «Quando nove anni fa ho cominciato a pensare di ritornare in moto, la questione non era nemmeno concepibile. Guidare senza gambe e senza mani era fuori discussione. La mia difficoltà più grande comunque è stata battere la burocrazia. Dopo tre anni di lavoro la mia moto era già pronta. Gli altri sette sono stati una lotta impari contro uffici e leggi».

Per arrivare alla patente Fulvio ha dovuto sostenere una serie sterminata di esami: Prima una commissione di ingegneri ha studiato le soluzioni meccaniche progettate; poi, è stato ammesso davanti alla Commissione Ministeriale dei Trasporti. Ha sostenuto un esame durato ore ma, alla fine, ha ottenuto la sua patente.

 


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Stefania De Bastiani

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