Asparagi e frutta a pochi passi dalla piazza di Badoere

Benozzi, agricoltori pionieri e tutela IGP

| Sara Armellin |

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BADOERE - Terra, passione, coraggio e tanto lavoro: sono gli elementi che contraddistinguono la storia dell’azienda agricola Benozzi, che abbiamo incontrato in una mattina di marzo a Levada di Piombino Dese, dove sorge la grande casa colonica che ha dato i natali a 5 generazioni di agricoltori. A dirla tutta, più che a Piombino Dese, sebbene il confine geografico indichi ciò, siamo a meno di un chilometro dalla meravigliosa rotonda di Badoere, piazza e barchessa unica del suo genere che nei secoli passati ha accolto e protetto scambi e racconti di mercanti e viaggiatori da ogni angolo del Veneto.

Forse è proprio in virtù di questa vicinanza, spirituale e fisica, che i Benozzi sono sempre stati molto attenti e ricettivi alle novità di mercato, andando bel oltre i confini nazionali con i prodotti della loro terra. Fin dall’800 hanno abitato e coltivato i 30 ettari di campi di proprietà, tra Badoere e Piombino: zolle fertili, lavorate con impegno da figli, nipoti e pronipoti nel tipico schema di famiglia allargata ed economia agricola dei secoli passati, con la stalla a supporto della dieta di casa e le eccedenze dei campi per gli scambi commerciali.

Un occhio di riguardo i Benozzi lo hanno sempre avuto per la frutta, diventando tra le prime aziende agricole del novecento a vendere direttamente pesche e mele non solo in tutta Italia, ma anche in Austria, Germania e persino in Egitto. Finché Antonio, classe 1943 e tuttora attivo in azienda, decise di provare a coltivare in modo più estensivo anche l’asparago bianco e verde, per proporlo anche ad altri mercati: erano gli anni novanta e la scelta fu quantomai azzeccata. Nel giro di pochi anni crebbe infatti l’interesse verso il germoglio, nacque il Consorzio dell’asparago di Badoere, con Antonio Benozzi come Presidente e nel 2010 arrivò il riconoscimento IGP.

Inutile sottolineare come la coltivazione dell’asparago sia quindi di punta per l’azienda agricola, guidata ora del figlio Carlo che ha ereditato dal padre anche la carica di Presidente del Consorzio. All’asparago bianco e verde, insieme ad altre orticole, sono dedicati ben 10 ettari di campi. I restanti sono coltivati a frutteto, con kiwi, ciliegie e pere. Perché lo stesso spirito pioneristico dell’asparago ha trovato fortuna nella coltivazione dell’actinidia, prodotto pressoché sconosciuto in Veneto fino a cinquant’anni fa. Grazie a un importante accordo siglato con un grande marchio internazionale che commercializza kiwi dalla Nuova Zelanda e dall’Italia, i Benozzi possono contare su una solida partership.

Chiaro quindi che la qualità delle coltivazioni è massima: i controlli da parte degli acquirenti internazionali sono rigidissimi e trovano nelle attenzioni di Carlo risposte sempre pronte per un prodotto di altissimo livello. Il bello di questa storia e che, nel magazzino a lato della casa colonica dei Benozzi, mamma Gianna da sempre tiene aperta una rivendita di frutta e verdura per i tanti clienti della zona che cercano l’alta qualità delle produzioni. Solo frutta e verdura di stagione, quindi radicchio in inverno, asparagi e ciliegie in primavera, kiwimele e pere durante l’anno.

Con una piccola produzione di conserve a base di asparagi e radicchio, come la crema da spalmare, le cicorie sott’olio e i turioni in agrodolce. Il tutto all’insegna della semplicità e della considerazione che la vendita a bordo campo proseguirà finchè mamma Gianna avrà le forze di portarla avanti, in attesa di capire le intenzioni della sesta generazione dei Benozzi, al momento ancora sui banchi di scuola. La mancanza di manodopera appassionata e qualificata è un fenomeno che tocca infatti anche l’agricoltura: l’augurio che facciamo a questa azienda è che la nuova generazione possa presto cogliere l’opportunità e la bellezza del poter portare avanti la storia e i sacrifici della propria famiglia.

 



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