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03 ottobre 2024

Treviso

Aumento dell'Iva:"Grave danno per le imprese"

Cna trevigiana contro l'aumento al 22%, Rosolen: " Deprimerà ulteriormente consumi, economia e occupazione"

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Aumento dell'Iva:

TREVISO - «Non possiamo sopportare ulteriori aumenti di tasse. Le imprese chiudono non perché sono poco competitive ma perché soffocate dalle tasse, dalla stretta creditizia e dalla burocrazia». La Cna di Treviso lancia l'allarme contro l’annunciato aumento dell’Iva dal 21 al 22% a partire dal 1º ottobre.

 

«L’aumento dell’Iva va scongiurato – dichiara il presidente provinciale dell'associazione Giuliano Rosolen (nella foto)– Aumenterà i prezzi e deprimerà ulteriormente i consumi, con grave danno per l’economia e l’occupazione. Pagheranno ancora una volta le fasce meno abbienti della popolazione e chi produce reddito, ovvero le imprese, che hanno già subito la beffa dell’annunciata e poi smentita deducibilità dell’Imu a fini Irpef ed Irap». «Spremere chi produce è un errore strategico: così l’economia non si risolleverà mai – continua Rosolen -. Bisogna avere i conti in ordine e fare sviluppo. Altrimenti il declino sarà inevitabile. Abbassare le tasse sulle imprese è prioritario per la tenuta del sistema economico e sociale».

 

Secondo la CNA, non avere escluso dall’Imu capannoni, laboratori, negozi e alberghi, per quest’anno ancora equiparati alle abitazioni di lusso, è stato un grosso errore che, nella situazione attuale, rende le imprese ancora più vulnerabili. Pagheranno infatti oltre 9 miliardi con il rischio di superare la soglia del 68% di imposizione fiscale sulle imprese». E ancora più grave, per la Cna, è stata la beffa della deducibilità del 50% dell’imposta dai redditi aziendali e del lavoro autonomo. E adesso arriva anche l’aumento dell’Iva. L’ennesima mazzata sostiene la Cna provinciale.

 

«Diamo atto al governo di aver abolito l’Imu sull’invenduto per tentare di dare fiato ad un settore, quello immobiliare, massacrato dalla crisi, ma la ripresa passa attraverso una politica fiscale equa e una politica economica che abbia chiare le priorità, un disegno strategico che incentivi le eccellenze del Paese – aggiunge Rosolen -. Ma non vediamo nulla di tutto ciò. C’è bisogno di scelte chiare e tempestive che sostengano chi produce reddito, e non invece la rendita».

 


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