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19 aprile 2024

Treviso

Buoni-libri: senza certificato internazionale alunni stranieri esclusi

Bonan (Cisl) critica la norma regionale: "Integrazione a rischio", l'assessore Donazzan: "Applicata legge nazionale"

| Isabella Loschi |

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Buoni-libri: senza certificato internazionale alunni stranieri esclusi

TREVISO - Alunni stranieri esclusi dai buoni libro per effetto della nuova norma regionale che impone la presentazione di documentazione come il certificato internazionale. Una novità che sta mettendo in difficoltà i comuni che devono occuparsi delle pratiche e che ha raccolto molte critiche dal mondo politico e non solo.

“L’integrazione parte dai banchi di scuola: dare agli alunni extracomunitari, come alle famiglie italiane in difficoltà, strumenti quali i libri e l’accesso alla mensa scolastica, sono le condizioni di base per agevolare un percorso che è interesse di tutti venga seguito. Chiediamo alla Regione di rivedere la normativa che di fatto impedisce alle famiglie straniere in difficoltà economica di accedere ai contributi per il buono-libri”. Così interviene Cinzia Bonan, segretario generale della Cisl Belluno Treviso, dicendosi “fortemente preoccupata per le conseguenze della normativa sull’erogazione di contributi e sussidi approvata lo scorso febbraio dalla Regione Veneto”.

Per le famiglie extracomunitarie con bambini per i quali i genitori chiedono il bonus libri per la scuola dell’obbligo, la norma stabilisce che oltre all’Isee devono presentare anche una certificazione internazionale che attesti eventuali redditi o patrimoni nello stato d'origine, da allegare alla domanda da inviare poi alla Regione.

“Una documentazione internazionale difficile da ottenere per famiglie che risiedono in Italia da anni e che provengono da Paesi martoriati da guerre civili e instabilità politica”, sottolinea Bonan. “Il risultato immediato, in provincia di Treviso, è l’esclusione dalle graduatorie per l’ottenimento del buono-libri, il contributo concesso alle famiglie degli studenti residenti in Veneto per la copertura totale o parziale dell’acquisto dei libri di testo”.

Nella Marca gli alunni con cittadinanza non italiana sono 17.900. Il 69,1% degli studenti è nato in Italia da genitori stranieri. L’incidenza percentuale sul totale degli alunni è pari al 13,2%.

“Non possiamo permettere - conclude la segretaria generale della Cisl - che una rigida interpretazione delle norme demolisca quello che è stato costruito in questi anni. Occorre fare chiarezza al più presto e dare la possibilità a chi ha diritto al buono-scuola regionale di potervi accedere”.

Non ci siamo inventati nessuna norma anti-immigrati - risponde l’assessore regionale all’istruzione e formazione Elena Donazzan - La Regione si limita ad applicare la legislazione nazionale in materia di erogazioni e contributi e chiede ai Comuni di rispettarla. Tutto qui- Esattamente quanto accade in molti altri stati comunitari fra cui Spagna, Germania e Gran Bretagna”.

“Nelle istruzioni per accedere al bando, si chiede ai Comuni di segnalare alla Regione se la certificazione Isee presentata dalle famiglie non comunitarie è corredata anche da dichiarazione di possesso di immobili o di redditi all’estero rilasciato dalle autorità del paese di provenienza. Stiamo solo applicando in ambito regionale il decreto del presidente della Repubblica del 31 agosto 1999, numero 394, tuttora vigente, approvato dal presidente della Repubblica del 31 agosto 1999, numero 394, tuttora vigente, approvato dal presidente della Repubblica Ciampi su proposta dell’allora presidente del consiglio D’Alema”.

“Mi chiedo tuttavia - prosegue l’assessore – se un emigrato italiano in un paese extra Ue, intenzionato a domandare l’erogazione di una prestazione sociale, trovasse difficoltà a ottenere la documentazione dal consolato o dall’ambasciata, contro chi dovrebbe protestare? Contro la diplomazia italiana o contro l’amministrazione del paese che lo ospita? Non sarà che si sta riproducendo il solito paradigma? Se la norma è varata da un ‘civile’ governo di centrosinistra è sacrosanta, se la applica un governo di centrodestra è ‘discriminatoria’ e ‘anticostituzionale’? E ancora: ci possiamo basare sull’autocertificazione per valutare l’effettivo stato di bisogno di centinaia di migliaia di residenti veneti di origine extracomunitaria? E come effettuare controlli fuori dai confini nazionali ed europei?”.

“In ogni caso, nessun aggravio per i Comuni – conclude l’assessore - Spetta ora alla Regione verificare la corretta compilazione delle domande di contributo e della documentazione sulla situazione patrimoniale dei richiedenti”.

 


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