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27 aprile 2024

Castelfranco

Cambiamento climatico: i camosci del Monte Grappa al centro di uno studio

I primi sette esemplari sono stati dotati di radiocollare per analizzare i loro comportamenti alla luce dell’aumento delle temperature

| Isabella Loschi |

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camosci

CIMA GRAPPA - I comportamenti e le abitudini dei camosci del Monte Grappa rispetto al cambio del clima e dell’innalzamento delle temperature sono al centro di un progetto di studio. Nei giorni scorsi sono iniziate nei giorni scorsi le operazioni preliminari al progetto di studio del Dipartimento di medicina veterinaria dell’Università di Sassari in collaborazione con la Regione Veneto, che ha come obiettivo l’analisi dei comportamenti di questa specie animale alla luce dell’aumento delle temperature e del cambiamento climatico. I primi sette esemplari sono stati individuati sulle pendici del massiccio in un’operazione congiunta delle polizie provinciali di Belluno, Treviso e Vicenza: è stata scelta in particolare l’area di Cima Grappa, dove da oltre un mese erano stati predisposti i siti di studio, in un lavoro coordinato dagli agenti della Polizia Provinciale di Belluno.

I camosci sono stati individuati, temporaneamente sedati e successivamente dotati di radiocollare, prima di essere rilasciati nel loro ambiente naturale, il tutto con le cure del caso dei veterinari, addetti a preparare le dosi di anestetico e a monitorare la sedazione. Sono stati scelti solo esemplari maschi, in quanto per le femmine questo è il periodo della riproduzione. Nei prossimi mesi, i loro spostamenti saranno analizzati dall’equipe del professor Marco Apollonio (docente di zoologia dell’Università di Sassari), coordinatore del progetto; ma già dalle scorse ore sono stati rilevati i primi fix di tracciamento. Inoltre, in un secondo momento verranno individuati altri camosci, sempre con lo scopo di radiocollarare e studiare gli animali del massiccio del Grappa.

Il progetto di studio è finanziato dal Pnrr e fa capo al Centro nazionale per la biodiversità, guidato dal Cnr. Si prefigge di osservare come i camosci stanno cambiando le loro abitudini in base all’aumento della temperatura e anche alla presenza del lupo, tornato in pianta stabile sul Monte Grappa.
Gli studi recenti sul camoscio rivelano che per effetto del cambiamento climatico le popolazioni alpine sono in diminuzione, con esemplari giovani per lo più deboli (il rapporto tra giovani e adulti è in costante diminuzione). Tuttavia, alcune popolazioni di bassa quota sembrano rivelare una resistenza e uno stato di salute maggiore. L’ipotesi che il progetto del Monte Grappa punta a confermare è che il bosco - presente in gran parte del massiccio - possa rappresentare un’area rifugio, soprattutto nella funzione di attenuare l’effetto dell’aumento della temperatura.


“Per salvaguardare la fauna selvatica e tutelare la biodiversità che caratterizza il territorio è importante capire come gli effetti del cambiamento climatico impattano sugli animali che vivono nelle nostre terre - le parole di Stefano Marcon, presidente della Provincia di Treviso - far parte della ricerca sul tema condotta dall'Università di Sassari, che ha individuato come caso studio le Province di Treviso, Belluno e Vicenza, è pertanto motivo di soddisfazione e orgoglio, così come la collaborazione attiva della nostra Polizia Provinciale, che con professionalità, attenzione e cura sta lavorando in stretta sinergia con gli altri gruppi provinciali di Polizia, per un progetto unico in Italia”.

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