Cesana, cambiano le regole per le nomine
Il cda approva un nuovo statuto per l’Ipab
| Claudia Borsoi |
VITTORIO VENETO – Il nuovo consiglio di amministrazione dell’Ipab Cesana Malanotti sarà composto da 5 membri: due nominati dal comune di Vittorio Veneto, due dal comune di San Vendemiano e uno dalla direzione generale dell’Ulss.
Il cda in carica fino a maggio nella seduta del 24 marzo ha approvato delle modifiche allo statuto in uso che entreranno in vigore con il prossimo cda. Mentre l’attuale consiglio, sempre composto da 5 persone, è stato all’epoca nominato interamente dall’allora sindaco Gianantonio Da Re, per il prossimo il sindaco Roberto Tonon potrà scegliere solo 2 dei 5 nomi. Un cambiamento non bel accolto: «Questa operazione delegittima il comune di Vittorio Veneto» sostiene il consigliere comunale Matteo Saracino (Partecipare Vittorio).
Il cambio di statuto è definito dalla presidente dell’Ipab Tiziana Botteon come «una proposta che adeguatamente ponderata permette di consolidare l’ente e di rafforzarlo per rilanciarlo istituzionalmente. Si tratta – prosegue – di un esempio di democrazia partecipata e allargata», riferendosi alle nuove modalità di individuazione dei 5 membri del cda a rappresentanza dei territori in cui l’Ipab opera (oltre a Vittorio Veneto anche a San Vendemiano c’è una struttura). «Prevedere un rappresentante dell’Ulss rafforza e consolida la collaborazione tra produttori di servizi, nell’ottica dell’annunciata riforma delle Ipab e dell’avvio dei servizi sanitari intermedi quale, ad esempio, l’ospedale di comunità. La autorizzazione alla costruzione del nucleo – aggiunge la presidente - è attualmente bloccata, da 2 mesi, dal comune di Vittorio Veneto senza motivazioni plausibili».
Se gli attuali consiglieri dell’Ipab percepiscono un compenso mensile di 400 euro, mentre la presidente fin dal suo insediamento ha rinunciato al compenso, il prossimo cda non avrà alcuna indennità di carica. «Non sono previsti compensi ma solo rimborso spese per i consiglieri, cittadini attivi, solidali, disinteressati, non proprietari bensì custodi dei beni comuni, consapevoli di agire non per conto ma insieme con» afferma Botteon.
E già non mancano le prime reazioni a questo provvedimento. «Il ruolo di Vittorio Veneto, dove l’Ipab è nato, viene così indebolito – sottolinea Saracino -. Hanno fatto scacco matto: forse si tratta solo di un dispetto verso chi subentra, dunque un dispetto politico tra Lega e Pd, mentre prima di tutto devono venire gli utenti».