Decreto dignità, alla Stiga di Castelfranco lavoratori a rischio
L’azienda rischia di non essere più competitiva se non si continuerà con gli stagionali
| Matteo Ceron |
CASTELFRANCO – Il Decreto dignità potrebbe avere conseguenze molto pesanti sulla Stiga (ex Castelgarden) di Castelfranco, multinazionale specializzata nella produzione di trattorini rasaerba e che basa la propria produzione sui lavoratori stagionali.
A lanciare l’allarme Massimo Bottacin, vicepresidente del gruppo a capo del settore risorse umane. “Ho 150 lavoratori che ho già utilizzato con contratti a termine – ha dichiarato al Gazzettino Bottacin - che vorrei assumere anche nella prossima stagione, ma non potrò farlo e queste persone non avranno il loro posto di lavoro in questa azienda, se il decreto resta così com’è, perché dovrei apporre ai loro contratti delle causali che mi esporrebbero ad un rischio di contenzioso elevatissimo. E se perdo quel contenzioso, in via teorica, mi potrei ritrovare con 150 dipendenti a tempo indeterminato full time, a cui non avrei la possibilità di dare lavoro. Oltre a penali, sanzioni e altri aspetti economici. Quale azienda di può assumere questo rischio?”.
Se salta il meccanismo su cui si è basata l’azienda per molti anni, continuare a produrre in Italia rischia di non avere più senso. “In Stiga abbiamo sempre concordato gli strumenti di flessibilità con i lavoratori e i loro rappresentanti sindacali. Ora però questa normativa mette in discussione un modello organizzativo che finora ha questo stabilimento tra i più flessibili d’Italia, ma soprattutto tra i più competitivi. E se viene meno questa competitività, un’azienda come la nostra, proprietà di fondi di investimenti, non italiani, manageriale, che ha già stabilimenti in Cina e in Slovacchia, dove vincoli di questo genere non esistono, dovrà comportarsi di conseguenza. Io, da italiano, farò di tutto per mantenere qui le produzioni, ma che senso logico può avere per azionisti esteri a queste condizioni?”.