Roncade - Il procuratore della repubblica Antonio Fojadelli ha annunciato di aver riaperto il caso dell’omicidio della pasticciera di Roncade assassinata la sera del 29 gennaio 1991. Sandra Casagrande, 42 anni, venne ammazzata con 22 violente coltellate, all’interno del suo negozio di dolci, sotto l’appartamento nel quale abitava in centro al paese.

Dopo 18 anni riprende dunque la caccia al colpevole. La procura vuole ora ricorrere alle moderne tecniche per effettuare l’esame del Dna: gli inquirenti trevigiani hanno inviato ai laboratori del RIS di Parma tre banconote macchiate dal sangue della vittima che erano conservate negli archivi della Procura e che con molta probabilità erano state maneggiate dall’assassino per rifornirsi di benzina al vicino distributore automatico AGIP di Biancade.

Le indagini sono state assegnate ai carabinieri che sono certi di avere delle prove in grado di incastrare l’assassino anche dopo tutti questi anni, un po’ come accaduto per il delitto di via Poma, a Roma.

Negli anni ’90 l’indagine fu condotta dal pubblico ministero di Treviso Bruno Bruni e fu archiviata per la mancanza di elementi utili alla scoperta dell’omicida. Allora si sospettò di alcuni uomini con i quali la vittima aveva avuto delle relazioni, tra questi anche uno sposato.

La notte del delitto, tra le ore 22 e le 23, Sandra Casagrande era scesa nel suo negozio per terminare alcuni lavori. Secondo la ricostruzione di quanto accadde, la donna aprì la porta al suo killer, una persona che probabilmente conosceva. Una volta entrato questo la tramortì colpendola in testa con una bottiglia, poi le tappò la bocca con un panno e la accoltellò più volte al torace, forse con una forbice che aveva trovato sul posto.

L'efferatezza del crimine turbò profondamente i roncadesi, che ancora oggi si chiedono chi possa essere l'assassino di Sandra. Per tenere viva l'attenzione sul caso insoluto e sulla triste fine della loro concittadina, alcuni roncadesi hanno anche aperto un sito web: www.roncade.it/sandra.htm