TREVISO - E dai, Gian Paolo, ammettilo che stavolta l'hai fatta grossa! I trevigiani lo amano, si sa. Quasi come il fratello maggiore Giancarlo (Gentilini). Ma stavolta...stavolta a Gobbo non gliela perdonano facilmente.

Non gli perdonano, a Gian Paolo Gobbo, di aver negato al regista Francesco Patierno il permesso di girare in città il film "Cose dell'altro mondo".

Pare che il sindaco, dopo aver letto soggetto e sceneggiatura, abbia deciso che no. Non era il caso che Treviso ospitasse la storia di un industrialotto razzista (Diego Abatantuono in foto) e di un poliziotto cinico (Valerio Mastandrea) residenti in una cittadina benestante con un tasso di lavoratori immigrati tra i più alti d'Italia. La storia aveva poi un imprevisto pazzesco (alla Gianni Rodari, tanto per non far nomi): un uragano, extranaturale, si portava via tutti gli immigrati e la città restava senza badanti, salariati agricoli, manovali, operai di origine straniera. Un colpo di fulmine poco provvidenziale faceva sparire quei lavoratori che nella Marca avevano trovato la Merica, ma l'avevano anche resa (più) ricca.

Però Gian Paolo ha mugugnato e alla fine negato il permesso per il ciak si gira. Ha tirato fuori che questi del film "Cose dell'altro mondo", con le loro 50 persone della troupe, 400 comparse, due mesi di lavorazione e un milione di indotto, avrebbero fatto un gran casino, che avrebbero persino portato un toro in Piazza dei Signori e che insomma non era il caso di trasformare Treviso in qualcosa di vagamente simile a Cinecittà. E così troupe, regista e Diego (Abatantuono, no uno qualsiasi) si sono spostati un po' più in là.

A Bassano del Grappa hanno trovato un sindaco (Stefano Cimatti) al quale ghe parea gnanca vero ospitare le riprese di un film che, anche grazie al gran rifiuto di Gobbo, ha già avuto la sua dose di pubblicità.