Gentilini condannato per istigazione all'odio razziale
Corte d'Appello conferma sentenza di primo grado
TREVISO - Condannato per istigazione all'odio razziale. E' arrivata la sentenza per Giancarlo Gentilini, alla vigilia delle amministrative che vedono lo sceriffo candidato sindaco. La corte d'Appello di Venezia ha confermato la sentenza di primo grado, risalente al 2009. Lo sceriffo si è così visto affibbiare una multa da 4mila euro e il divieto di partecipare a comizi politici per i prossimi tre anni.
Il vicesindaco può comunque beneficiare della sospensione condizionale della pena. Per cui, se farà il bravo, lo vedremo ugualmente in piazza.
Le accuse, che lo vedevano dipinto come istigatore all'odio razziale, risalgono al 2008. Durante una festa del popolo padano, che si svolgeva ogni anno a Venezia, Gentilini aveva inneggiato alla "pulizia" nei confronti di clandestini e nomadi. Si era anche detto "contrario al voto per gli extracomunitari", e aveva invitato i musulmani ad andare a fare i propri bisogni "nelle loro moschee".
Lo sceriffo si è comunque giustificato: non voleva istigare a nulla, solo esprimere la propria opinione.