Il milione e 200mila euro della Fenderl in Vaticano? "Ipotesi infondata"
La replica del presidente del Cesana Malanotti, Maurizio Castro
VITTORIO VENETO - "Nessuna possibilità che il patrimonio della fondazione Fenderl finisca in Vaticano". A escludere la possibilità tirata in ballo dal consigliere leghista Gianantonio Da Re, nella vicenda della fusione tra le due Ipab, è lo stesso presidente del cda del Cesana Malanotti, Maurizio Castro.
Il numero uno dell’ente di via Carbonera ha infatti definito “giuridicamente infondata” l’ipotesi di Da Re: l’esponente del Carroccio aveva citato il passo del testamento di Fenderl in cui si annuncia che il patrimonio – oggi di 1 milione e 200mila euro – della fondazione sarebbe finito alla Biblioteca Vaticana, in caso di soppressione o trasformazione dell’ente.
Possibilità che secondo l’opposizione vittoriese si manifesterebbe nel caso dell’incorporazione da parte del Cesana Malanotti. “Conta lo statuto, e non il testamento” ha commentato oggi Castro, che vede invece nell’accorpamento delle due Ipab l’unica possibilità di salvare il tesoretto della Fenderl.
Secondo la proposta di legge (ancora ferma) della Regione, infatti, si aprirebbero due strade per la fondazione: “O si fonde con un’altra Ipab, o il suo patrimonio viene incamerato dalla Regione – ha spiegato Castro – Noi siamo l’unica Ipab di Vittorio Veneto”.
Quindi, secondo il presidente, chi dice di difendere l’autonomia della Fenderl, in realtà, farebbe un torto ai vittoriesi. Questo perché favorirebbe o la fusione con un ente non vittoriese, oppure l’incameramento del suo patrimonio da parte della Regione.