TREVISO – «Agli studenti dico che si preparino bene se vogliono avere la possibilità di trovare una buona occupazione». Insomma, un modo elegante per suggerire loro di andare a studiare, prima, e a lavorare, poi. Così il presidente Muraro, beccato dai ragazzi che giovedì hanno manifestato in piazza Borsa denunciando i problemi di edilizia scolastica della Marca, prova a evitare la parte del colpevole dei contrattempi che nelle ultime settimane hanno colpito gli istituti trevigiani. A cominciare dal “Giorgione” di Castelfranco. «Ormai cade a pezzi – ha urlato la piazza – mentre Zaia, prima, e Muraro, dopo, si son fatti una sede da 80 milioni di euro».

Quasi inutile dire che per il presidente le cose non stanno affatto così. «Paghiamo un servizio per la manutenzione delle scuole (Global service, ndr) e se si rompe qualcosa non vuol dire che si debba buttare giù una struttura – precisa Muraro – al “Giorgione” si è rotto il cardine di una finestra e si è staccato un po’ di intonaco dal soffitto: non ci sono stati crolli e ce la stiamo cavando con un intervento da 20 mila euro». Cose che per la Provincia son fastidiose, certo, ma di poco conto. «A volte ci sono esagerazioni pazzesche», taglia corto il presidente.

Per il Sant’Artemio pare essere ben più urgente l’organizzazione di un corso di specializzazione per rispondere alle dieci aziende che qualche giorno fa hanno bussato alla porta di Muraro dicendo di essere pronte ad assumere ma di non riuscire a trovare nel mercato trevigiano addirittura 500 tecnici. «Ci stiamo lavorando: le imprese proporranno una bozza di corso e noi vedremo di metterlo in piedi – rivela il presidente – l’obiettivo è quello di creare un percorso di formazione post-diploma, per dare alle persone una preparazione specifica che attualmente non si trova nell’offerta formativa delle scuole». Su questo si bruciano i tempi. Tanto che già domani il tema sarà all’ordine del giorno nella consueta riunione di giunta.