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09 novembre 2024

Conegliano

«HO ASSOLDATO DUE UOMINI PER UCCIDERE MIO MARITO»

Arrestate anche altre tre persone complici del delitto. Il killer pagato 200mila euro

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«HO ASSOLDATO DUE UOMINI PER UCCIDERE MIO MARITO»

CONEGLIANO - Sarebbe l'eredità, con il progetto di una vita economicamente agiata e insieme libera da un uomo diventato per qualche ragione 'insopportabile', l'unico movente che avrebbe indotto Laura De Nardo, 61 anni, a concepire, architettare e alla fine commissionare l'omicidio del marito.

Così la polizia di Treviso, a notte fonda, ha sintetizzato le lunghe ore di interrogatorio che hanno risolto il caso della morte di Eliseo David, 71 anni (in foto a lato), l'ex imprenditore di Conegliano trovato morto per asfissia nel suo letto nella notte fra mercoledì e giovedì.

Dopo ore e ore di interrogatorio, Laura De Nardo è crollata e ha confessato, ammettendo che quella della rapina era tutta una messinscena. In realtà ad uccidere Eliseo David sarebbero stati i due killer assoldati da lei: Ivan Marin (36) e Gennaro Geremia (48), entrambi di Vazzola, mentre l'ultimo arrestato, Mirko Della Giustina (29), di Fregona, è accusato di favoreggiamento e ricettazione per aver ricevuto e rivenduto gli oggetti d'oro della vittima. Il gruppo avrebbe agito secondo lo schema messo a punto nei giorni precedenti.

Marin e Geremia, fatti entrare in casa dalla donna, avrebbero ucciso David prima stordendolo con un solvente e poi soffocandolo con un cuscino. Quindi avrebbero legato la moglie con del nastro isolante per simulare un'aggressione a scopo di rapina e si sarebbero successivamente allontanati per far sparire elementi che potessero mettere gli inquirenti sulle loro tracce, compresi alcuni oggetti preziosi prelevati dai cassetti dell'abitazione. Dopo un ragionevole lasso di tempo dalla fuga dei sicari, la donna si sarebbe messa a gridare svegliando la figlia 40enne, facendosi liberare da lei e poi chiamare il 113.

A far sospettare la polizia fin dai primi momenti sono state alcune incongruenze: Laura De Nardo aveva infatti riferito di essere stata aggredita da sconosciuti mentre si trovava in giardino, ma la telecamera esterna non ha rivelato alcun movimento anomalo. Nella cantina, inoltre, sarebbe stato trovato un contenitore di solvente identico a quello usato dagli aggressori di David.

Alla fine, di fronte a contestazioni non più sostenibili, la donna ha ammesso di aver progettato l'assassinio del marito e di aver arruolato i suoi "amanti" dietro un compenso di 200 mila euro: una somma minima, a quanto pare, rispetto all'ammontare dell'intero patrimonio di cui la vedova si sarebbe trovata unica ereditaria.

NESSUNO DEGLI UOMINI ERA AMANTE DELLA DONNA

Laura De Nardo non aveva "amanti" fra i killer assoldati per l'omicidio del marito, Eliseo David, del quale puntava all'eredità valutata in mezzo milione di euro. Lo precisano fonti investigative, definendo una "boutade" l'indiscrezione secondo la quale la donna avrebbe definito così, in una fase degli interrogatori, i killer che aveva contattato per il progetto criminale.

Del resto, precisano le stesse fonti, De Nardo conosceva effettivamente solo Ivan Marin, il più giovane degli altri tre arrestati, dal quale la separano quasi 30 anni d'età. Non aveva invece mai visto l'altro presunto esecutore materiale del delitto, Gennaro Geremia, 48 anni. Questi, proprio per non rischiare di poter essere riconosciuto, nella fase che ha preceduto il delitto di Eliseo David e subito dopo, quando De Nardo ha inscenato di essere rimasta vittima di una rapina, ha evitato sistematicamente - hanno precisato gli investigatori - di farsi vedere dalla donna.

Laura De Nardo era sicuramente ai ferri corti con il marito, sottolineano sempre fonti investigative - ma dalle indagini non sarebbero emersi elementi che la possano far dipingere come una "mantide".

Ivan Marin e la moglie della vittima Laura De Nardo

Mirko Della Giustina e Gennaro Geremia

POLIZIA TREVISO RISOLVE CASO, SODDISFATTO QUESTORE 

"Siamo molto soddisfatti dell'importante risultato ottenuto - ha detto all'ANSA il dirigente della mobile di Treviso, Riccardo Tumminia (in foto sotto) -. Abbiamo applicato una metodologia di investigazione criminale finalizzata a scoprire dapprima l'errore nascosto in ogni singola pista d'indagine per poi scartare tutte le ipotesi non sostenibili e giungere all'unica verità possibile e rappresentabile. Solo coì - ha aggiunto - abbiamo potuto scoprire che non si trattava di una rapina, anche se molto ben simulata, bensì di un omicidio premeditato volontario commissionato dalla moglie del defunto ad un conoscente che a sua volta aveva assoldato un killer". Soddisfatto per il risultato anche il questore di Treviso, Carmine Damiano che si è complimentato con i suoi uomini.

La conferenza stampa

IL MOVENTE: L'EREDITA'

E' stato ucciso per l'eredità Eliseo David, 71 anni. Lo ha confessato la moglie Laura De Nardo di fronte alle precise contestazioni mosse dagli inquirenti in ordine ad alcune contraddizioni nel racconto della dinamica dei fatti. Lo ha ribadito al pm trevigiano Barbara Sabattini, che ha sottoposta la donna a fermo di indiziato di omicidio volontario premeditato.

TRE I COMPLICI DELLA DONNA

Con Laura De Nardo sono stati ammanettati i suoi complici: Ivan Marin (36), di Vazzola, disoccupato; Gennaro Geremia (48), di Visnà di Vazzola, pregiudicato, manutentore presso un hotel di Mestre e Mirko Della Giustina (29), di Fregona, idraulico.

IL KILLER PAGATO 200 MILA EURO

Duecentomila euro: questa la cifra che sarebbe stata pagata per uccidere Eliseo David. Il particolare, confermato all'ANSA, è emerso nelle indagini della polizia di Treviso che ha avuto un prezioso aiuto da personale del Gabinetto interregionale di Polizia scientifica.

L'omicidio dell'uomo sarebbe stato commissionato dalla moglie in difficoltà economiche a Marin che, dietro il pagamento di 200.000 euro, avrebbe assoldato Geremia, col quale avrebbe poi ucciso David, soffocandolo con un cuscino dopo avergli infilato in bocca uno straccio intriso di un solvente.

Numerosi gli elementi indiziari raccolti dalla squadra mobile a carico degli indagati. Dopo il crollo e la confessione della moglie della vittima Laura de Nardo, anche Marin ha ammesso le sue responsabilità nel delitto, coinvolgendo nell'inchiesta Geremia, anch'egli presente sulla scena dell'omicidio. Sulla base degli elementi raccolti, i due uomini, sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto di omicidio in concorso volontario e premeditato.

L'ultimo finito in manette, all'alba, è stato Della Giustina, accusato di favoreggiamento personale e ricettazione, per aver ricevuto e successivamente rivenduto monili in oro ed orologi della vittima e della donna che erano stati ceduti da quest'ultima a Marin e poi dati a Della Giustina per simulare la rapina.

DOPO L'OMICIDIO LA MOGLIE GIOCAVA A COMPUTER

Avrebbe giocato al computer Laura de Nardo subito dopo che era stato ucciso suo marito. La donna avrebbe passato così il tempo mentre i complici hanno inscenato la rapina, mettendo a soqquadro le camere da letto e provvedendo, poi, a legare mani e piedi della donna e imbavagliandole la bocca con del nastro adesivo.

Al termine, la donna ha svegliato, con le urla, la figlia, avuta da un'unione precedente e portatrice di handicap, che, sebbene terrorizzata, è riuscita a slegare la madre. Quest'ultima avrebbe recitato la parte scoprendo con la figlia il corpo dell'uomo esanime nella sua camera da letto. E' stata la figlia a chiamare il 113.

Nel frattempo Marin ha raggiunto a Fregona l'abitazione di Della Giustina, consegnandogli i monili in oro che erano stati presi per simulare la rapina. All'interno del camino di casa di Marin sono stati bruciati i guanti ed alcune pezze utilizzate per ripulire le tracce dell'omicidio.

 

 


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